La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico
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martedì 8 dicembre 2009
Segni dal cielo, segni dalla terra: misteriose presenze nella Piana di Lucca
Serpeggia l'invidia per i giovani colleghi, nel vecchio funzionario, quando vede il loro fervore capace di portare energie dimenticate in vecchi scavi: la terra fra Ombrone e Albegna conosce nuove stagioni, affollate di sapere e di passione, là dove si aggirava un tempo solitario, con colleghi solitari, e il sapore di una terra dimenticata si rinnova; e Massaciuccoli non è più il solitario rudere da cui si mira la Gorgona e si sognano le rotte del Mediterraneo pensando al Nottolini e ai poveri orizzonti di un'archeologia di provincia, negli anni Venti di un secolo dismesso. Gonfia il rimpianto quando Teofilatto Simocatta non richiede più affannose ascese nelle ultime stanze della Biblioteca della Normale, e per accedere al Carchidio non occorrono suppliche e devozioni per bibliotecarie fiorentine: la meraviglia di Google Libri è lì, per lasciare energie da dedicare alla terra e ai suoi conquistati frutti. Ma la storia è storia, soggiunge il funzionario storicista, che ben sa che ogni epoca ha i suoi riti. E ancora nell'autunno del suo percorso può accedere alle meraviglie di una macchinetta con fili e senza fili che fa vedere il mondo, e fa vedere anche i suoi scavi.
Ma quando dalle immagini del satellite che nei suoi anni fiorenti neppur sognava, perché il satellite era inaccessibile, si rivela un intreccio di Segni della Terra (cropmarks, direbbero gli anglofoni maestri?) che corrispondono e guidano i Frutti della Terra che maturano nel fango di un cantiere confuso, e rimpiange il Vecchio Amico che se ne è andato, che certo avrebbe scorto tracce sottili e ne avrebbe fatto colori squillanti, rammenta che ancora i Catasti del Cinquecento, la Casa delli Aranci del Sercambi, gli oscuri orizzonti di una campagna tanto frequentata e ancor piena di misteri, anzi, sempre più misteriosa quanto più disvela il suo colore, ripetono antiche sfide.
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