La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

venerdì 28 settembre 2018

Lettera aperta ad un Dirigente del Ministero dei Beni Culturali. Segue dal numero precedente, e conclude un desolante episodio di Renzifranceschinesimo all'epoca delle Cinque Stelle


Illustrissimo Signor Dirigente della Direzione Generale Bilancio,


presa visione, con le difficoltà del caso, della circolare 89/2018 con cui Ella si cautela dall'eventuale azione per DANNO ERARIALE invocando l'INELUTTABILITÀ DEL FATO (maktub, direbbero gli amici lettori del Qur'an), chiaramente non posso avviare azione giudiziaria di rivalsa, che si fermerebbe davanti a finezze giuridiche simili a quella escogitata. Come avrebbe detto Mommsen, l'Italia è una Advokatenrepublik (non a caso il presidente del consiglio).

Suggerisco l'applicazione del metodo SABAP-LU (che potremmo chiamare anche metodo Ficacci, per meritato onore all'autore) a qualsiasi altra forma di stanziamento per qualsiasi prestazione d'opera, passaggio di beni, lavoro o altro termine che la subtilitas del giure insinui. Ovviamente con liceità di applicazione ex contrario del principio giuridico che sottende l'appena celebrata circolare.
A tal uopo mi permetto di segnalare la finezza dell'argomentazione anche alle altre Direzioni Generali il cui operato ho avuto modo di apprezzare in trentasette anni e sei mesi di servile opera nel Ministero.


Sempre con detto spirito, potrei anche annotare che il pensiero giuridico espresso dall'immortale Marchese del Grillo forse avrebbe espresso in termini ancor più brillanti il concetto:
«Ah... mi dispiace. Ma io so' io... e voi non siete un cazzo!». La dotta citazione autorizza l'indulgenza alla coprolalia.

Sarei grato agli Uffici di Diretta Collaborazione del Ministro se volessero far giungere i miei più sinceri apprezzamenti al ministro Bonisoli per la brillante attività cui è destinato in virtù della Dirigenza del suo ministero.
Forse gli elettori Cinquestelle non saranno entusiasti, certo agli elettori della Lega piacerebbe l'applicazione erga omnes del lex D'Angeli, che, senza sminuire la brillantezza dell'argomentazione, con la raffinata triangolazione Ficaccichenonparla/iochenonsoequindinontipago/tulopigliinsaccoccia (Roman style) apre nuove frontiere del rapporto di lavoro.
Altro che Jobsact, il renzifranceschinesimo è al top!!!
Per rispettare il maestro Marchese del Grillo, concludo professandomi di Vostre Signorie servo umilissimo (e se ammesso bacio anche le mani)


giovedì 27 settembre 2018

La legge D'Angeli. Franceschinesimo e Renzianesimo al tempo delle Cinque Stelle

Il pensiero giuridico creativo della Direzione Generale Bilancio del MiBAC all'epoca del ministro Bonisoli, con superdirigenti ereditati dal Renzofranceschinesimo, copyright dott. Paolo D'Angeli. Tra Fantozzi e Marchese del Grillo.
Tradotto in volgare:
«Servo archeologo pensionato di ...., finiscila di rompere! Se Ficacci non ci ha fatto sapere che ti dovevamo dare una mancetta di 2500 euro lordi (al netto la metà), e quindi non abbiamo stanziato il quid, c@##i tuoi. Te li daremo quando li avremo, a comodo, a babbo morto, se ci sconfinfera».

Segnalasi l'innovativo pensiero giuridico del dott. D'Angeli agli inquisiti di Equitalia, a chi deve pagare le tasse, le bollette, ecc. Una citazione dell'illuminante circolare 89/2018 della Direzione Generale Bilancio, e zac, i tuoi debiti sono differiti, a comodo. Non ho previsto di pagarti, perché chi doveva farlo (il/la coniuge, il commercialista, ecc.) non me l'ha detto, quindi a lui ho fatto fare carriera, e a te lo metto ...

Era preferibile la variante Marchese del Grillo: «Ah... mi dispiace. Ma io so' io... e voi non siete un cazzo!». La citazione dotta consente la menzione del fallo in termini di Umgangssprache.

A Boniso', c'ha rragione er Rocco Casalino: nun te fida'. Fa' come Silla, che l'ammazzava tutti, e se proprio vo essebbono, fa' come Augusto: due n'ammazzi e uno 'o sarvi. E diventa 'r tu' servo.
Così il lessico giuridico romano, à la façon du Marquis du Grill, è conservato.

mercoledì 5 settembre 2018

Pietre e pergamene. San Giuliano, il Rottamato e le Tre Fiere








Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta,
una lonza leggera e presta molto,
che di pel macolato era coverta; 
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e non mi si partia dinanzi al volto,
anzi ’mpediva tanto il mio cammino,
ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto.



ma non sì che paura non mi desse
la vista che m'apparve d'un leone. 
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Questi parea che contra me venisse
con la test’alta e con rabbiosa fame,
sì che parea che l’aere ne tremesse. 
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Ed una lupa, che di tutte brame
sembiava carca ne la sua magrezza,
e molte genti fé già viver grame, 
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questa mi porse tanto di gravezza
con la paura ch’uscia di sua vista,
ch’io perdei la speranza de l’altezza.


Non è leone, ma leonessa la mediana delle Tre Fiere che il Gran Maestro dei Restauri ha mosso inverso il Rottamato Archeologo, e la savana di Lucca non è più frequentabile. Le Tre Fiere son maestre in questa caccia, hanno colpi sperimentati in anni di palestra.
E tuttavia dalla terra un dì amata, ma furono amori vani, ahinoi, giunge notizia che i semitondi del novembre 2017 (e non era Avanti Cristo) son sempre più absidi, e i muri s'intrecciano, s'annodano, per mano di virtuose archeologhe e dei lor baldi collaboratori, così eleganti nell'arancio più mimetica. Un po' per sfuggire alle Tre Fiere, un po' per farsi vedere. Curioso...
E dunque il Rottamato deve ammettere che le sue dubbiose congetture sulla chiesa del Patrono dei Pellegrini, San Giuliano, un tempo amato, oggi un po' ombreggiato (anche lui, si farà un sodalizio dei Passati di Moda) erano più che dubbiose, e che là dove le mura volute da Roma facevano degno sfondo, saluto a chi in prospettiva vedeva i grandi cantieri, si volle costruire San Giuliano e il suo hospitale. E poi vennero i Domenicani, altro mondo i primi del Duecento, la vecchia chiesa 'donata' per divorarla e farne una nuova. Tutto per pergamena Anno del Signore 1236, e per pietra.
Divorato per farne uno nuovo, anzi, e tribus una. Boh, come dice qualcuno.

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