La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

giovedì 1 febbraio 2024

Ritorno alla Città di San Frediano, passando per l'Arcipelago dei Melograni










Qualsiasi occasione è buona, ancorché negata o sottaciuta, per ritornare alla Città di San Frediano, ora che se ne è visto il seguito con Gastaldo e Marmorari ...

Sì, è innegabile, è così, e le melagrane palesi o sottese nella Hestia Polyolbos di Dumbarton Oaks, laica Madonna della Melagrana, o viceversa, celata Madonna, sono un pretesto, per volare rapidi, come la rete consente, dall'Egitto cristiano con nostalgia del passato, o viceversa, all'Egitto dei monaci di Kellia, la croce che genera melagrane, e seguire le coste del Mediterraneo, sulle orme degli eserciti di Giustiniano, Belisario il liberatore dalla follia cupa dei re vandali, e venire a Sufeitula, Sbeitla, fascino esotico di Roma con luci e sapori del deserto ... melograni che sanno incorniciare altri alberi e soprattutto l'albero che dà la Vera Vita, la Croce ...

E via, da Sbeitla a Nola, la croce da completare con colori di gemme a piacere, per i colori del melograno bastano quelli di Sufetula. E prima di passare dal genio che fece le fiorite croci dei timpani del Clitunno, generatrici di uva e melagrane, la croce dei Santi Giovanni e Paolo di Roma, isola felice di storia, centrale e appartata. Si ricordava di Sufetula e di Nola, il marmorario che la fece, ma forse chilosa le gemme erano passate di moda, solo metallo.

Ci siamo quasi, cosa manca per arrivare alla Città di San Frediano? I melograni, da immaginare di fantasia, per perdersi nella perduta Croce di San Frediano, con le gemme di Sufetula e di Nola, e infine ad Aquilea, sorella delle croci di Ravenna e un po' anche di Roma. Croce metallica.

Viaggi comodi, per non pensare ad altro, ora che anche quest'anno il ciliegio giapponese pullula di colori.



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