La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

martedì 24 agosto 2021

Andare a Staggia per riveder poligoni lucchesi. Storie di torri del tardo Trecento










Per chi studia le mura del Trecento, e anche del secolo seguente

Torridi giorni d'estate, ottimi per girovagare nelle terre fiorentine di confine, e per le loro mura, Lastra a Signa Malmantile Campi sul Bisenzio, e infine, la prime e le più limpide, Staggia Senese, che allora era fiorentina, sulla via per Siena. Torri contro torri, anche più antiche, Staggia e Monteriggioni, percorso ideale.

Un manuale di pietra, mura camminamenti di ronda beccatelli feritoie doppie e singole, ancora per balestre, e caditoie, porte, quasi come ancora le vedevano i cartografi del Granduca. Post 1372, dicono i documenti pubblicati dai dotti dell'Ottocento, ancora insuperati ...

E in quelle torri rettangolari, e nei poligoni angolari, si vedono le storie di guerre di anni in cui peste e carestia completavano l'opera e la Repubblica difendeva i confini per aggredire i vicini.

Sono passati gli anni, dacché Elisabetta e le sue amiche scavavano il poligono di mattoni, e Alessandro con Elena ed Enrico ritrovavano il rettangolo, le mura dei Borghi di Lucca, tutte descritte da documenti e carte, ma vedere nella terra pietre e mattoni è un'altra cosa.

Eh sì, si sapeva che la risuscitata Repubblica Lucchese aveva chiamato maestri di pietra fiorentini ad assicurare la ritrovata Libertas; e quelle mura, qualche decennio dopo, ancora efficaci, la avrebbero difesa dall'ambigua vicina, vorace e manovrata da voraci aspiranti a signoria. Il sangue sulle mura, per salvare la Repubblica.

Non c'è sangue sulle torri e le mura di Staggia, ma la storia delle mura dei Borghi si distende sulle loro pietre.
 

lunedì 9 agosto 2021

Andar per vigne dei (tempi) longobardi



Son riuniti a Grosseto, tutti o quasi i Longobardi di Toscana, ed altri barbari, e i Romani che con loro dovevano vivere ... ma girovagando per arroventate campagne e periferie eclettiche d'antico e di contemporaneo, si può ancora trovare a Peretola, chiesa di Santa Maria, un tralcio di vite dei tempi dei duces e dei gastaldi.

Non sono gli anni del vescovo Specioso, ultimo dei Romani di Florentia, chissà, ma forse di Tommaso, che nel 743 andava a Roma, sì, ci si può arrivare, la seconda fase delle produzioni artistiche del secolo VIII, 
 

Anni di vigne di marmo ed altre pietre, stilizzate e nascenti dalla croce, o rampicanti su per pilastrini, figlie di quelle che nella Longobardia sul Po, da Pavia a Voghenza, e sull'Adige divagano in cornici di dotte iscrizioni o si perdono su amboni di vescovi, a rallegrare pavoni. 

Nella terra che fu la provincia Tuscana del dux Tasone, dal mare di Populonia e dalla memoria di San Cerbone alla Santa Maria di Peretola, memoria delle vigne del secolo VIII, la metà andante. Paesaggi da visitare, prima di andare a Grosseto, a ritrovare le storie del lungo secolo delle croci infinite.

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