La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

domenica 27 dicembre 2009

Per Francesco Nicosia, un soprintendente (che voleva essere archeologo), in un'era di soprintendenti per i beni ...



Furori di gioventù, in anni che sembrano ieri e sono remoti, quasi trenta, quando primus inter pares il Soprintendente eccitava o calmava i Consigli d'Istituto, si contendeva e si urlava, e poi il sopralluogo a Roselle risolveva al Tordaio giornate intense, con i muri che svettavano fuori da terra, e assistenti praticoni accomodavano, con muratori autodidatti, mosaici che ancora sfidano le acque del Tirreno. E come succede fra archeologi, rivalità e invidie, motori del progresso, portavano alla tutela capillare delle sacre città d'Etruria, inseguendo uno per uno gli scavi urbani, imponendo la dura norma della tutela quando le leggi erano ancora vaghe.
Non poteva sopravvivere questo mondo quando si volle dare il Carisma dell'Unzione al Dirigente, farne da Scienziato dell'Antichità, come suonava la rivista risuscitata per un battere d'occhio, un Tutore della Procedura, perfette procedure, con cento articoli e commi e infiniti sottocavilli che non fanno uscire un muro da terra, non accomodano i mosaici schizzati dalle onde del Tirreno, nella limpida esattezza dei capoversi e delle citazioni. E gli archeologi, da scienziati che votavano per il CNR, divenuti funzionari abilitati solo a inseguire procedure inani volute da leggi moltiplicate, che velano il poco (talora il nulla), 'inferiori' fantozziani nel carisma di intrecci dirigenziali che fanno sembrare le gerarchie ecclesiastiche o quelle mitriache uno scherzetto rivoluzionario: Dirigenti di prima, di seconda, Superiori, a Roma e qua, tutti a dirigere uno splendido flusso di pratiche, carte oggi nobilitate dal pdf.
Con queste pratiche non si sarebbero cercate e scavate navi in fondo al mare, e infatti non si scavano più, con la passione dei subacquei volontari, e non si sarebbero acquistate alla Stato ville e città, non si sarebbe fatto di una squadrata pianura un capolavoro di attività di tutela (sia detto senza falsa modestia). Staremmo ancora a dissertare su quale cavillo affrontare, chiedendo lumi a destra e a manca, in alto e in basso, per fare del Demanio di Bonifica un Bene Archeologico (magari oggi ci domandiamo a che serva, ma allora sembrava che questo fosse il futuro, non le scandite lettere delle Superiori Direzioni, con il lucido fluire di commi richiamati come opliti a Platea).
E gli scontri con la Sorella dell'Avvocato, le Urla infinite, dal mare di Orbetello alle stanze di Firenze. Non era facile convivere, spesso difficile, di certo creativo, come è creativa la Tensione. Figlio della Terra di Empedocle, forse sapeva nel suo sangue che Polemos è fonte di progresso.
Oggi la Dialettica di Grida e di Sangue è spenta nel Perbenismo dei duecentocinquanta articoli che hanno ammazzato i quaranta del '39 (il tuo anno) in un mare di scogli. Ma questo è il Progresso, e Destra e Sinistra (non tanto curiosamente, direbbe il lettore di Syme) vanno a braccetto. Il mondo tuo finì proprio in quegli anni, il Bilancino aveva piegato in basso le tue sorti nella rosseggiante Terra d'Etruria, che amavi di un amore possessivo, talora ossessivo, sempre creativo.
Addio Francesco Nicosia.

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