Sorrideva Marcello, ieri, nel rovente pomeriggio di Pisa, con Riccardo. Sorrideva vedendo amici e congiunti affollarsi in un capace androne, irrorato dal sole e dai colori sgargianti dei suoi fiumi, di blu di rosso di giallo di verde, pennellate informali in un sapiente gioco di curve.
Amicum cum vides obliscere miserias, inimicus si es commentus nec libens aeque. Il vecchio Appio Claudio avrà ricordato il suo detto, a Marcello, sentendo il borbottio di fondo alle parole di Letizia, con chi aveva seguito il fluire delle sue curve per ricavarne i paesaggi sepolti e chi le vedeva come segni dionisiaci, intrecciati a commentare i raggi del sole rimbalzati sui colori delle sue immagini trasognate e sapienti.
Sorrideva e qualcosa di più, Marcello, dionisiaco quando lo voleva, apollineo e tecnologico quando era il caso, con Riccardo, apollineo e dionisiaco. Vedono il mondo dall'alto, popolato di fiumi e castelli, sepolti e vitali, e dimenticano, come chi ne condivise le tormentate passioni, le miserie della terra, salutando gli amici e i meno amici.
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