La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

giovedì 2 settembre 2010

Munere mortis. Complessi tombali d'età romana nel territorio di Lucca



Grazie al fondamentale apporto finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, è possibile presentare al pubblico i risultati di venticinque anni di ricerche su un tema certamente oggi ‘di nicchia’, ma nodale nella struttura di relazioni del mondo antico: i rituali della morte.
Quando, nel 1977, a Lucca vennero recuperati i resti di alcune tombe del I-II secolo d.C. negli Orti del San Ponziano, i dati disponibili sui riti funebri d’età romana nella Toscana settentrionale erano ancora quelli pubblicati dal Gamurrini, sulla scorta dei recuperi condotti nell’area della Fortezza da Basso di Firenze nel 1871. Questi consentirono, tuttavia, di valutare adeguatamente i risultati del primo scavo sistematico su una necropoli d’età romana condotto a Lucca, ancora negli Orti del San Ponziano, nel 1981.
L’avventuroso percorso in questo ramo dell’archeologia era, però, solo agli inizi. Come spesso accade, occorreva pazienza, attendere l’occasione propizia.
Per una fortunata serie di coincidenze, fra 2002 e 2005 i dati disponibili si moltiplicarono. Nel marzo del 2002, con i saggi preliminari nell’area del Nuovo Casello Autosdrale del Frizzone di Capannori, vennero in luce sottili lenti carboniose con ceramiche romane; proprio grazie al precedente del San Ponziano cittadino fu possibile capire che si era davanti ad una necropoli d’età romana. Lo scavo, condotto con il supporto finanziario della Società Autostrade per l’Italia, fu risolutivo per ricostruire i riti funerari, e mettere a fuoco cultura e ideologia del nucleo sociale che nel corso del I secolo d.C. depose i resti dei suoi morti, dopo i riti della cremazione, lungo una delle strade della centuriazione lucchese.
Nel 2005, infine, la ripresa dello scavo della necropoli del San Ponziano, nel quadro del progetto di realizzazione delle infrastrutture per la Biblioteca IMT, voluto e finanziato dalla Fondazione, risolveva gli ultimi dubbi sulle ‘pratiche della morte’ a Lucca e nel suo territorio fra I e II secolo. Il dato archeologico collimava perfettamente con i versi di Virgilio da una parte, le immagini dei riti funerari sui sarcofagi d’età romana: le pratiche per la purificazione del corpo e la preparazione della pira, la combustione, la raccolta dei resti del rogo, la loro deposizione nella terra si riflettono con chiarezza nell’evidenza archeologica.
Questo è l’obiettivo che la mostra persegue: non la presentazione di ricchezze sepolte, ma l’illustrazione di un metodo che permette, attraverso il suono dei versi di Virgilio, di capire i ‘segni della terra’.
Gli oggetti ricomposti delle tombe di San Ponziano e del Frizzone – con un interminabile lavoro di restauro che ha visto sommarsi gli sforzi del Centro di Restauro della Soprintendenza al finanziamento assicurato per la necropoli del Frizzone dalla Provincia di Lucca, dai Comuni di Capannori e Porcari, dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca – possono essere valutati, così come i dati di scavo, nel volume Munere mortis. Complessi tombali d’età romana nel territorio di Lucca, curato da Giulio Ciampoltrini, nella collana ‘I Segni dell’Auser’, o, più rapidamente, nelle pagine all’indirizzo http://www.segnidellauser.it/muneremortis, e nella presentazione disponibile su Youtube (http://www.youtube.com/watch?v=JcP4kDI-lgc).

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