La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

lunedì 27 febbraio 2012

Ancora per Pietracassa (Forte Bastiani in Valdera)


E dunque gli audaci investigatori e salvatori della rocca perduta nelle forre della Valdera hanno ritrovato i segni degli ultimi castellani.
«Io mi tr[o]vo a prese[n]te, chome voi sapete, ne la rocha di Pietrachasa, la qua[l] cosa no so se voi ci siate mai istato o se l’avrete veduta; o pure, siate istato o no, ve ne voglio dare un pocho di relazione. Ela è i[n] sur un pog[i]o che ne va a le istele e è ne[l] mezo d’uno boscho che no ci capita mai persone né bestie, se none, a le vo[l]te, qua[l]che porcho sa[l]vaticho o qua[l]che cervo o chavriolo; ma de le dimestiche, dapo’ che io ci sono n’ò a[n]chora a vedere: sì che, pert[an]to, io no se[n]to mai nuova nessuna.  ...Marsilio Uguc[i]oni, c(as)t(ellan)o i[n] Pietrachasa».
Marzo del 1506, i Pisani insorti e ribelli e guerrieri assai più in là, cinghiali cervi e caprioli (come oggi) a far compagnia ai castellani fiorentini, con le loro spingarde fissate ad attendere chi mai sarebbe venuto, nelle feritoie ricavate sbranando i fini tessuti lapidei dei Gaetani.
E agli amici di Lajatico, che hanno rinnovato e salvano il Forte Bastiani di Marsilio Uguccioni,  tenente Drogo di quattrocento anni prima, si dedichino le immagini dal cielo e le parole dalle biblioteche.

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