La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

sabato 30 marzo 2013

Riti etruschi della carne (malinconia in Rosso Etrusco)





Il Rito vuole la carne, e così il Passaggio, sacrificio di agnelli belanti sui verdi prati di primavera, e le madri a piangere senza sapere perché.
Il Rito Etrusco vuol carne di cacciagione, dice il pittore di vasi venuto dalla Ionia negli anni degli ultimi tiranni, sulle rotte delle navi cariche di vino e di sete ionica di sapere, la hydria Ricci, mitica narrazione di riti sacrificali, ritrovata alla Murella nei coltelli a lama continua o seghettata sottratti alla quiete della terra da Paolo&Silvio, rifilati a lucido da Stefano, esposti da Consuelo e raccontati nelle storie di piani forati terra concotta terracotte elleniche e fine scienza degli Etruschi Oltremontani, gli Etruschi del Po.
Con la malinconia del Rosso Etrusco, immagini di duemilacinquecento anni fa, per i riti di passaggio.

martedì 26 marzo 2013

Il Lago del Tesoro



Acque di marzo, con le prime rondini, e una primavera che ha luci d'inverno, nei venti di settentrione.
Rinasce, per qualche giorno, il Lago di Sesto, porti sepolti dalle bonifiche del Granduca, estremo successo prima dell'addio, ritrovano acque e paesaggi amati nelle carte del Settecento, nell'affresco di Pontedera.
Il Porto di Orentano, del Tesoro ritrovato, il Duecento dell'Abate di Sesto e del castello di Orentano, per un attimo, nella selezione dell'obiettivo, con i loro colori.

venerdì 22 marzo 2013

La Mostra in Rosso (gli Etruschi dall'Arno ai monti)



La Mostra in Rosso, dopo la Mostra in Blu e la Mostra in Verde, Romani Liguri Etruschi, su per il Serchio e fino ai monti. Mille amici ancora, e sul far della sera dell'ultimo giorno, l'amico sconosciuto giunto da Seravezza in bicicletta, per ritrovar radici di remoti scavi, giovinezze così vicine e assai lontane, sogni persi nell'avanzare del nuovo millennio, per lui e per l'archeologo che lo ascolta.
Segni nella terra scavati da Silvio e Paolo, ricomposti da Araxi e Stefano, esposti da Consuelo con cartellini pannelli immagini storie narrate da sequenze intrecciate, per ritrovare le storie sepolte e risorte, passione, impegno e professione. E mille amici, più o meno, nel tardo inverno di Lucca, fra piogge infinite che rigenerano il Lago di Sesto, a partecipare delle loro fatiche.
E per l'archeologo il verde acqua del quadernetto così leggero e così faticato.

mercoledì 20 marzo 2013

Le allegrie delle pentole delle nonne



Son così allegre le donne di Alessandro Sani, Toscana o piuttosto Firenze, anno dichiarato 1901, anno preciso per la nonna che stava per partorir la zia che l'archeologo stanco ha visto morire, sono ora anni quasi trenta.
Sono allegre, forse per il burattino, ed è allegro anche il bambino, gli anni giusti per la guerra sul Carso, gli anni del nonno più giovane, quanto son cupe le donne infazzolettate o disvelate al mercato di San Miniato, occhio asettico dell'obiettivo, Filippo Del Campana Guazzesi.
E fanno ritrovare con altri occhi antiche pagine sulla Garfagnana dell'Ottocento, condivise con amici di terra e di studio, maestri nel rattaccar cocci, e far d'infranti frammenti tegami tegamini marmitte catini, da mettere vicino all'acquaio, o nelle povere piattaie che furon delle nonne, viste ancora negli anni di una remota fanciullezza. Archeologia a colori, ricostruzioni d'ambiente con personaggi.
Sogni perduti e ritrovati per un attimo.

giovedì 14 marzo 2013

Invide qui spectas



Giorni della Giuncaiola, inverno e primavera e poi il far dell'estate, da rivivere in tavole che s'alternano a restituzioni meravigliose, e per fortuna pochi cocci, che gioia per l'archeologo frettoloso e con magazzini trafficati.
E il fascinum della Giuncaiola, ex voto di chi s'immergeva in acque sulfuree o da leggere con l'iscrizione saturnina, invide qui spectas hec tibi poena manet, con gli dei tutti amici dei poveri archeologi, Tutela Hercules Fides Fortuna, lucida intuizione di Hülsen, ripresa da Bormann, apografo del Mancinelli.
Schiatta di archeologi nelle Maremme aspre dei carbonai e dei pastori, ma di loro non indegno il Sodalizio della Giuncaiola.

lunedì 11 marzo 2013

Le Magiche Donne Etrusche (Circe alla Murella, in Rosso)





Circe, fascinosa beltà seicentesca nei colori bolognesi del Cerrini, con tazza in blu (berrettino?) a preparar pozioni, garbato dono di Wikipedia, o laida vecchia di Beozia nel tazzone che offre al vecchio Odisseo, lasciato il telaio, gentilmente offerta dalla nobile disponibilità del British.
Circe o Penelope, magiche tessitrici che trasformano la lana in segni di seduzione e di potere, o illusioni per uomini inutilmente forti, e nelle erbe trovano il filo della magia per far degli uomini ciò che vogliono, metafore per donne pre-euripidee, temute e sognate da Odisseo a Enea, segno non improprio per le Libere Donne dell'Etrusca Garfagnana, pronte al telaio e pronte alle pozioni.
E lasciando fantasia per dare a apuilaien-- i sognanti colori del Cerrini, o il nero del pittore di Beozia, autocelebrante il suo magico skyphos, con molta ironia, il Rosso PrimoStile che è anche Rosso Etrusco per trovare infine nei colori delle perle venute dal mare con il sole e di quelle figlie del mare delle nebbie il segno della seduzione delle Donne d'Etruria.

domenica 10 marzo 2013

Inno (anche in forma di epicedio) ai Raccoglioni

Dovrebbero essere giorni di Rosso Etrusco, anni di fatiche plurime e condivise presentate all'inerte indifferenza, o all'interesse, o a qualsiasi altro incipit in in..., ma sul far di una sera passata nelle nebbie di Maremma parole al telefono risucchiano negli anni Settanta, anni di nebbia come quella di Maremma quando piove, di attese di un sole splendido come quello di Maremma dopo la pioggia, le verdi erbe per le bianche pecore.
Di Raccoglioni s'ha da parlare, e l'archeologo giovane che allora non era ancora archeologo e oggi non lo è più, per titoli status rango, la mattina a seguire diatribe di reimpieghi serie di terrecotte tutte uguali e tutte diverse gettate da matrone megaloelleniche dove Kore voleva e a Demetra non dispiaceva, anche qualcosa di utile, mahchissà, e il pomeriggio le discese ardite e le risalite per Ricavo e Chiecina, o viceversa, mattino o sera, con Ruggero e da solo.
Raccoglione, con l'entusiasmo delle chiazze rosse con i cocci etruschi, Cerreto magica mattina di primavera del '77, con Ruggero, Etruschi e Medioevali e Rinascimentali, Paesante e Poggio delle Conce con quelle storie ancora oscure, narrate da pietre frecce cocci e un po' di macine; ma anche nelle discariche delle coloniche derelitte, a raccoglionar cocci dell'Ottocento in verde giallo stinto e un po' di bianco.
Super-raccoglione, ancora con Ruggero, sull'Arno, e trent'anni dopo scoprire che quei cocci raccolti nelle sabbie di Castelfranco, la spiaggia vista da bambino in secoli remoti, erano marmitte AlpesMaritimes, e le maioliche dell'Ottocento.
E qualche volta e forse anche spesso raccogliere per capire vent'anni dopo le incisioni del Bronzo Antico e la freccia del cacciatore guerriero di tremilacinquecento anni fa; e qualche volta ancora non capito.
Ma ai professori ancora gl'Inglesi non avevano spiegato (dice qualcuno) le meraviglie del survey.


giovedì 7 marzo 2013

Le Donne alla Fontana (in Rosso Etrusco)



Assai più fascinosi i panneggi fruscianti delle altere fanciulle di Leighton, vittoriane compagne di Andromaca asservita ma non serva, delle gestuanti korai della hydria attica del secolo sesto, per dar vita alla hydria rigenerata da fatiche femminili dopo aver conosciuto le creative fatiche delle donne etrusche della Murella, tessitrici filatrici misuratrici di lana e di farro, magiche preparatrici di zuppe, compagne nel banchetto dei loro compagni, con cui dividere il vino con l'acqua del Serchio (chissà).
Per un 8 marzo un po' alternativo, da apprezzare nelle storie di donne raccontate in Rosso (che è Primo Stile Pompeiano, a calibrazione regolare, ma anche Etrusco).

mercoledì 6 marzo 2013

Archeologhe e Guerrieri



Waffen für die Götter, direbbe l'archeologo consapevole di mostre tirolesi con elmi di Vetulonia, le gesta degli Haspna, per la corrosa cortina di ferro che le Quattro Archeologhe aggiungono alle lucchesi meraviglie dell'archeologia contemporanea, rese dal Sacro Pozzetto che viola la diagonale di pietra fra reti di cotani.
Ma dichiarano gli anni l'elmetto modello 33, e le offerte nel Sacro Pozzetto sono scarico di piatti e posacenere non più utili, forse inutili, forse da dimenticare, con l'azzurro sabaudo della Richard Ginori che disegna sul bianco riflettente l'arme dei Savoia come Re di Sardegna. Post quem, ante quem, gli anni della guerra o poco prima, o poco dopo, forse la Scuola per AUC di Lucca che anche le fittissime vie del web stentano a seguire.
Archeologia del padre, dopo quelle del nonno, per l'archeologo che vuol trovare anche in un Sacro Pozzetto che è pozzo a perdere, scavato con professionalità dalle Quattro Archeologhe, sororalmente partecipi di storie contigue, nella Processione con gli Elmi, ragione dell'acqua che infradicia ossa stanche.

domenica 3 marzo 2013

Penelope in Rosso Etrusco (fra Lucca e la Garfagnana)



Penelope malinconica, nello skyphos venuto dall'Attica a Chiusi, autorevole domina a misurare lana sulla sfinita stele felsinea, grigio intreccio nelle restituzioni di Zannoni. Sogni per spargere i pesi anulari o troncopiramidali, alla moda padana o alla tirrenica, fuseruole e rocchetti generati da concavità misteriose e reti di pali su cui saltare fino a Verucchio.
Sogni da vivere nel Rosso Etrusco, per dare alla Penelope della Murella i suoni di apuilaein --, e ai giovinetti pronti per la via di montagna la Malinconia del Guerriero.

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