La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

martedì 28 agosto 2012

Sogni d'estate: navicelle di bucchero approdate sulle rive dell'Auser




Photoshop naïf, per far approdare sulle rive dell'Auser che aspetta la palingenesi la navicella salsiera del bucchero orvietano, nipote dei bronzei vascelli nuragici, scovata nei recessi della bibliografia per dare volume e colori – un po' omogenei, si deve ammettere – ai sogni dell'archeologo, di legni naviganti sul fiume degli Etruschi che è nei colori sognati da Marcello e nelle piogge benevole di inverni vicini e così remoti, nella memoria.
E i colori del Caronte sottratto ai musei dell'Ellade e al pianto delle Ateniesi degli anni di Alcesti, per popolare i paesaggi d'inverno.

mercoledì 22 agosto 2012

Coppe degli dei per gli uomini, coppe degli uomini per gli dei, coppe degli uomini per gli uomini



Va in cerca di bianco conventuale, l'archeologo quasi invernale, e non è impresa semplice, fra i segni del potere; di vasi degli uomini per gli uomini, per zuppe di fagioli, pesce di fiume, verdure di campo. Di questo si occupa l'archeologo, l'immagine dei cocci quando erano vivi, riflessa nel cielo o sulle pareti del primo Rinascimento.
Trova le coppe degli dei, offerte agli uomini, per la passione di Agostino Chigi per la sua Psyche, affidata ai sogni di carne di Raffaello e dei sodali suoi: vasi di pietra degli Dei, degni degli imperatori e ora dei banchetti del nobile banchiere e della immortalità dell'Anima; trova nella benevolenza della National Gallery di Washington i colori di porcellana e i motivi della porcellana nei vasi che i colori di Giovanni Bellini trascinano al Banchetto degli Dei, coppe di uomini degne di dei, venute di Cina o d'Anatolia, o sublime opera di Venezia pronta alla teoria del Piccolpasso.
Sarà per la prossima volta, per il bianco conventuale.

venerdì 10 agosto 2012

Il giorno di San Lorenzo, il giorno del ricordo

Il giorno di San Lorenzo è il giorno di San Lorenzo di Gello, collina felice sulle valli di Palaia che guardano l'Arno, e dei vasai che vi lavoravano, nei giorni cupi del Seicento, per i contadini del mondo, come i loro sodali di Castel del Bosco, o per i contadini del Valdarno. Anni recenti, che sembrano remoti, quando a Varramista si celebravano i Maestri dell'Argilla, e Carlo Benvenuti ci mostrava nella terra la sezione con la storia dei vasai di Gello, scarichi accumulati per far terre impregnati dei segni del giallo e del verde e della punta.
Giorni del 2006, con la meraviglia della lastra stampata dai vasai di Gello o di Palaia, con i colori dell'arme del vescovo Strozzi, il fuoco del rogo, San Lorenzo con la sua graticola, in verde inverosimile, nei pochi colori della tavolozza del vasaio di campagna.
Immagini plebee – avrebbe detto il remoto maestro Bianchi Bandinelli – per gli anni del Furini o del Domenichino, a piacere, o di Guido Reni, più o meno, per la devozione dei contadini di Gello, tracciate dai maestri di vasi avvezzi a stemmi, a uccellini, a foglie, e non alle figure dei santi e allae fiamme del rogo; ma forse non dispiacevano al vescovo aristocratico di San Miniato, chissà se anche allora la strategia della comunicazione.
Il 10 di agosto, un San Lorenzo che si associa nel guizzare di memorie stanche ma vigili di affetti a Carlo e a Ruggero e a Enrico e a Consuelo, sodali di una straordinaria gita sulle colline di Palaia che guardano l'Arno, nei giorni del ricordo.

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