La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

domenica 3 aprile 2011

La festa e le pietre. Tra Altopascio e Castelnuovo, la solitudine dell'archeologo antico







Gran festa ad Altopascio, ai primi d'aprile, per il libro, per i pellegrini, per le dolci promesse del futuro; ed è bello, mentre si concludono vent'anni di fatica in centoquarantaquattro pagine, però a colori, e con il fior di gioventù a rischiarare gli anni del nuovo millennio, attendere il nuovo fior di gioventù, per nuovi scavi, e nuova luce sulle storie sepolte. Segni dell'Auser svelati e finiti, consumati nella festa, per attendere nuovi segni.
Mancano alla festa amici, assenti per scelta o per dovere, e Paolo forse è lieto di sottrarsi all'enfasi che il suo remoto compagno di fatiche, sui monti di San Romano che guardano le Panie, e l'altra Pania han dietro, e nei pantani di Lucca o sui ritrovati dossi dell'Auser, rovescia in giorni in cui le antiche lezioni di retorica, anni del liceo, con qualche eco di Tacito e Sallustio, vengono rifrullate, con convinzione variamente convincente.
Urge il cronoprogramma, nel diluvio di ciottoli della Murella, fra segni oscuri di buche discettati per telefono, ora che il cellulare non dà tregua neppur là dove la domenica solo scroscia l'Esarulo, e Paolo asseconda lietamente il cronoprogramma e il primo solo di primavera in Garfagnana, per eludere la festa, e celebrare l'altra festa, delle terra e della storia, delle terre rese nere dall'uomo e scivolate in conche e buche, di palo di dolio, di Diosaccosa.
L'inglese moneta di Altopascio, di cui l'amico del Milani scoprì la natura nella carta del Pelli, cento anni dopo, cento anni dopo conclude le pagine dell'Altopascio, tradotta dal maestro di Udine e Pavia in penny del Duecento. E poi discetta di muri, siccome è d'uopo ai tecnici giorni nostri, Sara, e Consuelo segue antiche storie di ricerche sui segni graffiti e colorati nei piatti del Cinquecento.
Carte imbiancate del Settecento, lette e rilette ogni cent'anni, immagini di voglia del domani, e gli antichi archeologi che fan festa sfuggendo la festa.

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