La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

domenica 8 aprile 2012

La Croce Fiorita dei giorni di primavera

Croce tagliata in pietra per essere di legno perenne, figlia di pure geometrie del legno, figlie di anni iconoclasti, che fu di San Vincenzo e poi divenne di San Frediano; e genera tralci che sono pure geometrie.
Anni di Cuniperto, scrisse un tempo chi cercava nella pietra i segni che la terra gli dava ambigui, e dal diploma di Faulo a quelli degli anni di Liutprando, intrecciando girali padani con girali d'Oriente, e il vescovo di Volterra con il gastaldo che forse era di Pisa e trafficava con Babbino, vide nella Croce che tutti vedono in San Frediano, e prima era San Vincenzo, e nei cerchi dell'armonia che gli apparvero nell'altro lato per il tempo sufficiente per non essere mai dimenticati, gli anni della passione per Teodote e di una primavera, dopo secoli di inverno, che si annunciava nel duro intaglio dei tralci lucchesi. Anno 680 o 690, gli anni della Croce e del Tremisse, per farla breve, senza le fisime dei quarti di secolo.
Nei giorni in cui l'acqua fa fiorire il legno, i riccioli che son tralci della Croce che fu di San Vincenzo ed ora è di San Frediano, intrecciano le passioni di Cuniperto per Teodote, narrate dal monastero e non dall'harem come per il suo coevo Yazid, come Damasco sta a Pavia, negli anni iconoclasti. E segnano le lunghe giornate di primavera, nel sole meridiano cercato per tutta una mattina, per far sorridere le geoemtrie del legno e i tralci figli della Croce.

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