Croce tagliata in pietra per essere di legno perenne, figlia di pure geometrie del legno, figlie di anni iconoclasti, che fu di San Vincenzo e poi divenne di San Frediano; e genera tralci che sono pure geometrie.
Anni di Cuniperto, scrisse un tempo chi cercava nella pietra i segni che la terra gli dava ambigui, e dal diploma di Faulo a quelli degli anni di Liutprando, intrecciando girali padani con girali d'Oriente, e il vescovo di Volterra con il gastaldo che forse era di Pisa e trafficava con Babbino, vide nella Croce che tutti vedono in San Frediano, e prima era San Vincenzo, e nei cerchi dell'armonia che gli apparvero nell'altro lato per il tempo sufficiente per non essere mai dimenticati, gli anni della passione per Teodote e di una primavera, dopo secoli di inverno, che si annunciava nel duro intaglio dei tralci lucchesi. Anno 680 o 690, gli anni della Croce e del Tremisse, per farla breve, senza le fisime dei quarti di secolo.
Nei giorni in cui l'acqua fa fiorire il legno, i riccioli che son tralci della Croce che fu di San Vincenzo ed ora è di San Frediano, intrecciano le passioni di Cuniperto per Teodote, narrate dal monastero e non dall'harem come per il suo coevo Yazid, come Damasco sta a Pavia, negli anni iconoclasti. E segnano le lunghe giornate di primavera, nel sole meridiano cercato per tutta una mattina, per far sorridere le geoemtrie del legno e i tralci figli della Croce.
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