Tutta si apre la Terra dei Quattro Fiumi, quando il vento scende dalle Panie bianche solo di marmo, in questo inverno, sul Monte che fu di Magnifrido e prima e dopo era ed è Palaia. La Via dell'Abate da Sesto alle terre di collina, su per Cerreto, ritrovata con Ruggero anni or sono trentacinque, nel freddo marzo delle vigne appena nate e che ora chissà cosa sono; e i monti della Fanciulla di Vagli, e la Valdinievole, vissuta con Enrico e Ruggero e tutti gli altri amici, che erano giovani trentacinque anni fa, e ora lo sono solo nella sete di sapere, di trovare i segni della terra.
E la chiesa di Gello, con San Lorenzo, vista con Carlo, stupore dell'arte del graffito del Seicento, scoperta per passione.
E poi lì, sul Monte di Marcello, il Castellare, rivisto appena in immagini dimenticate, nelle nuvole del dicembre 2003, in cui nacquero i Segni dell'Auser, rosse tracce di fuoco nel verde della terra, vista dall'aria e riflessa nelle acque del Padre Arno.
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