La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

martedì 24 giugno 2025

Cinquanta anni


Non era calda come queste del nuovo millennio, la mattina di cinquanta anni fa, a Pisa, Via Santa Maria (pare ...). Una cosa rapida, niente corone, gli anni di piombo non le prevedevano, anzi, neppure le immaginavano, discussione rapida, qualcosa si aveva pur da dire, ma con la media del trenta e lode e solo un infortunio a latino scritto (ventinove), non c'era da mettere in discussione l'esito. A dire il vero il correlatore non sembrava entusiasta, ma è naturale, per l'ultimo o penultimo allievo del suo maestro ufficiale il giovane leone doveva mostrare i denti all'antico leone. Paolo Enrico Arias e Salvatore Settis, al secolo.

Eppure, vista cinquanta anni dopo, la fuga tra immagini create tagliando cucendo interpolando inventando per figurare le storie di Medea a Corinto non era così spregevole, se qualcuno al Louvre la apprezzò, un po' di anni dopo, nel minimo contributo per il grande maestro, per la storia di una singolare Creusa che forse non era Creusa. Chissà chi era ...

E finito il rapido dialogo, via, formalità sbrigata. C'era la vita da navigare, anno 1975, e certo il maestro fu fondamentale, per i suoi insegnamenti profondi, per navigare nella Scuola Normale, sussidio potente.

Sì, indimenticabile, di certo non avrebbe apprezzato la fuorviante passione per la terra natia, ma era tollerante, dall'alto della sua storia. 

E ora, una dietro l'altra, ritornano le immagini di Medea, sulla ceramica italiota, sul folgorante pezzo etrusco allora ignoto, apparso ad Orbetello, sulla cruenta Maenas dei sarcofagi. Storie remote, impolverate. Ma basta un soffio per farle rivivere.

giovedì 5 giugno 2025

Salutando le Apuane. E Adriano (Maggiani), che se ne è andato ...


Si vedono le Apuane, da San Miniato al Monte, dove hai voluto che la terra ti accogliesse, e si immaginano, quando il sole di Firenze abbaglia.

Non è il lato tuo, quello di Levigliani e della Versilia, ma va bene ugualmente, per essere sepolti sulla collina che vede tutta Firenze, e molto in là, verso i monti. Quelli che esplorasti tanti anni fa, seguendo il filo delle ceramiche dipinte, seguendo il filo delle fibule apuane, opera magistrale di ricomposizione di una cultura. E certo senza di te sarebbe stato più complicato orientarsi negli strati del Monte Pisone, che venisti a vedere, anno 1983, curioso allora di conoscere come negli ultimi giorni. Porsi problemi, cercarli, risolverli. E anche discuterne, fossero questioni di iscrizioni che solo tu sapevi decifrare, o di sistemi ponderali.

Sempre curioso, il vero motore della conoscenza. Anche del mitico monumento fallico della Valle di Ricavo, con le sue lettere incise. Un enigma che non avevi ancora risolto, ma prima o poi lo avresti fatto, di certo ... ma la solidità degli argomenti era essenziale, senza compromessi con l'approssimazione.

E per salutarti, che cosa meglio dell'olla ligure con decorazione a fasce, e una bella linea ondulata, incontrata da te nell'archivio della Soprintendenza, frequentato quando si poteva non meno della biblioteca. Visitata fino a quattro giorni prima che il libro dei tuoi giorni si chiudesse.

Ora che sappiamo tutto dell'Ispettore onorario che era anche egregio pittore, e il suo schizzo era anche di preparazione a una natura morta

E ricordando i molti giorni, di quaranta e più anni fa, in cui ne parlavamo ...


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