E poi le altre viste da von Vacano, e poi quelle delle Terre del Sud, e il misterioso Monte Massico, e poi la scheggia del museo di Livorno, che ricordi del momento in cui apparve nelle schede della Soprintendenza, l'ultima vita di Vada Volaterrana. Il viaggio al Museo Fattori che diviene pellegrinaggio, per toccarla, quasi reliquia.
E poi quelle di Chiusi, un elenco di tanti anni fa, la povera erudizione di un archeologo di soprintendenza, disprezzato come il suo ruolo. Ma chissenefregava e chissenefrega, si direbbe.
E l'emersione di Pietrasanta, ancora sul mare o quasi... Armilla "tipo Bengodi", armilla di donne di mare. Non solo ma quasi.
Storie di tanti anni fa, cronologie un po' fuorviate da parentele apparenti con i ghirigori di Teodorico. Forse solo apparenze, si falla e si può fallare, basta potersi emendare.
E si sapeva, dai libri, della scoperta di Galciana, la famiglia che si fece seppellire con gli ornamenti, la cintura e il braccialetto. Ma vederla, dietro il vetro di Gonfienti, è un'altra cosa, riappaiono le storie dell''85, le fotografie commosse all'esemplare eponimo, bronzo lucente, prima che la morte della Soprintendenza lo facesse seppellire chissaddove. L'emozione dell'ultimo saluto, quasi l'armilla lucesse di nuovo al braccio della morta. Una morta c'era davvero, la Soprintendenza, anno 2018. Morta di morte violenta, e si sapeva bene chi era l'assassino.
Data quasi sicura per la bella romana di Galciana, un po' dopo il 600, ma forse gliela avevano regalata quando era andata sposa al Romano con la Cintura, e tipo un po' diverso, variante. A regola si dovrebbe ora parlare di "tipo Bengodi-Galciana", perché il fabbro un po' orefice che sapeva far risplendere il bronzo e decorarlo di impressioni non conosceva solo le tenaglie teodoriciane. O presunte tali.
Ornamenti di povere bellezze di anni disperati, ma non tanto da non richiedere il decoro nella morte, ornamenti di donne romane.
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