La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

domenica 15 dicembre 2019

L'angelo caduto e volato via ...



Triste sera di dicembre a Castelfranco, umida, fredda, cupa, nel deserto di una società dissolta. L'ultimo saluto a quattro anni di faticose emozioni di quarant'anni fa, e poi quante volte presi e ripresi in mano quei cocci, per farne storia. Ebbenesì, un po' riuscendoci.
Ma ora nuove regole e nuovi dogmi, una nuova religione s'impone, e via, dall'umido luogo a luoghi del silenzio. Così volle la Riforma e così vollero le sue sacerdotesse. O forse non saranno umidi. Ma senza il calore della passione trecento scatole di cocci poco diranno, umide no, fredde sì. Scatole costruite una per una, etichette, disegni e fotografie di quando solo il bianco e nero ...
Con l'amico di tante escursioni, partecipe di tante emozioni, si sfogliano quelle pagine antiche.
Palaia, Via per Colleoli versante di q. 197 giu. 1983, proclama la scritta, niente etichette, forse erano finite, e appare scrostato, sofferente, ma ancora paffuto il volto dell'angelo, placca devozionale di una casa di contadini.
Poco ne resta, ma grazie all'antica amicizia dell'amico che da tanti anni ci ha lasciato, Carlo Benvenuti, l'angelo della via per Colleoli trova il sorriso mesto dell'angelo di Gello, invetriata e graffita fatta per la mirabile targa e le sue dediche, 1639, i vasai di Gello che sapevano anche far lastre e stemmi.
Caduto e volato via, l'angelo di q. 197 giu. 1983.

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