La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

domenica 18 marzo 2018

Il cavallino di Daniela (la protome della Granchiaia)




A Este, una mattina di primavera, le storie delle comunità semiurbane o paraurbane sul fiume perduto, un po' di sentore dell'Auser e dei contadini etruschi e romani, solo un po', ora che il fiume domestico si rigenera anche con le acque delle Apuane e dell'Appennino.
E appare in una vetrina il rhyton a protome equina, anni dei bicchieri di Aco dichiara il cartello, e certo molto dell'ellenismo che nacque dal sontuoso modello achemenide, il bere dei Traci, rammentando i loro cavalli, e i rhyta attici.
E appare Daniela, con il suo enigmatico cavallino della Granchiaia, terra dei molti misteri. È quello, è quello si direbbe, e certo le protomi bardate dell'Adige ritrovano quella del Chiecina, passando per l'oro dei Traci e dei Persiani, le ceramiche attiche e apule.
Chissà se è così. Certo sembra. Certo sarebbe piaciuto a Daniela, che con il cavallo bardato vola chissà dove. E a Daniela si dedica l'immagine che ritorna dalla terra dei cavalieri veneti.

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