La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

martedì 16 ottobre 2012

Vie di valle e vie di monti, storie di amici di strade di triumviri






Si viaggia in attesa di piogge per monti e per la Pianura dell'Eridano, visto ricco di acque, a Ostiglia, per raggiungere l'Adige e parlare e sentir parlare, a Trento, di vie di eserciti di imperatori di mercanti di vino di latrones e poi di pellegrini e di schiere con imperatorio altrimenti vestiti che seguono il percorso inverso, d'Oltralpe cercando Roma; e apprendere storie vicine a quelle vissute nelle valli di Toscana, raccontate dalle valli alpine.
Amici chiamano per ricordare gli amici che alla Murella, dove meno ricco dell'Adige scorre sulle ghiaie il Serchio, Auser pater, trovarono e scavarono, con i tagli geometrici degli archeologi antichi, le oscure tracce di pietra miste ai segni degli anni del Secondo Triumvirato, il nero e il rosso d'Arezzo con le lucide sigle degli anni in cui il mondo cambiava rimanendo uguale, come le forme delle coppe.
Gli anni della nascita della via che segue il risuonar del fiume e poi s'addentra nelle foreste degli Appennini, per congiungere mondi diversi e affini, da sempre, o almeno da quando dalle Terramare si giunse oltre l'orizzonte di montagne che chiude la pianura, sospetta l'archeologo, e lo pensa, anche se l'Accademia vieta i voli della fantasia.
E solo ritrova, per i prodigi di Google, la pagina del Gamurrini con la notizia del Massagli, il tesoro di Sant'Alessio, segno d'argento degli anni di guerra e di morte, quando la strada veniva costruita, per dar preda ai latrones o audacia ai coloni che a Lucca preparavano le vie di Trento.

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