La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

sabato 15 gennaio 2011

Per gli Amici degli Etruschi di Porcari, in una sera d'inverno a Porcari






Pennellate di rosso come il rosso corso dei fiumi visti da Marcello e dall'allieva sua Consuelo, nella Piana di Lucca o fra l'Era e il Roglio, sono i luoghi della passione vissuti in trent'anni per raccontare a cento e più amici convenuti in un'umida sera d'inverno a Porcari, per far festa agli Etruschi amichevoli della Fondazione Lazzareschi di Porcari, pupazzi allegri, ceramiche pronte ad essere imbandite, navi che solo si attende di veder salpare per le ambigue vie del commercio o della guerra.
Fossa Due, Fossa di qua e di là, vie necropoli strati di terra e di mistero, equivoci intrecci nei quali l'archeologo porta la luce dei casi paralleli, più spesso anche della sua fantasia nutrita sui libri e sui viaggi nel mondo che Google ci mette a portata di mano; e dunque il pianetto di ghiaia con buca davanti diviene un modello, e l'altro lo porgono le suggestioni di Acquarossa, per far risorgere le buche di palo di uno scavo della preistoria.
E il Leponzio etruschizzato in -ale che graffiva il bucchero in un cocuzzolo sul fiume giunge sulla via scandita dai segni del sacro, passando per l'Appennino innevato ai cui piedi Paolo e Silvio in operoso silenzio, seguiti da un'istituzione 'vacante' (dice il Presidente) che infinite volte affronta le vie del fiume, condividono l'entusiasmo delle buche di palo e di fondi di capanna alla Murella di Castelnuovo ...
Vie d'acqua e di ghiaia, per far giungere alle acque dell'Auser i lingotti di aes signatum con ramo secco, per portare felici al termine del viaggio, dove la valle dell'Enza s'allarga verso il Padre Eridano e dal Mare Superiore si giunge all'Inferiore, il Leponzio che si era fatto etrusco.
Ma sono le unghiate incise nella Terra dall'Auser, segni di passione e violenza, il colore in bianco e nero o nel seppia della ghiaia riarsa dall'estate che allegra le archeologhe scottate da giorni infiniti nel sole rovente per scoprire il segno della storia nel segno del paesaggio. Elisabetta e Maila, e Serena, antiche nella loro fresca gioventù di scavi incessanti, Patrizia e Silvia, trovate fra le ghiaie di San Filippo, e Kizzy e Susanna ... è loro la gioia della ghiaia immersa nelle unghiate del fiume.
Cento e più sono gli amici e i curiosi che voglion sapere della storia sepolta, ritrovata in ambigui frammenti ... e dei quaranta che tutto volevan sapere della ghiaia, nella sera in cui tutto avrebbero saputo, non v'ha traccia.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Lettori fissi