Se il rito vela la stanchezza, e la stanchezza genera riti, l'Ottavo Segno è rito supremo: la Terra dell'Auser, la madre dei Segni, generati dalla Terra e dall'Acqua, illuminati dall'Aria e riconosciuti con le opere del Fuoco (alias: i cocci!), era attesa, dopo gli Etruschi, gli Estensi e i Lucchesi, le fatiche dei veterani di battaglie atroci per dar vita ad acquitrini, attraversati da possenti rettifili, e aver riposo, purificati dal fuoco, lungo le vie tracciate in terre concupite senza amore.
Uomini e cose, politica ed affetto, forza giovanile e senile compostezza si sono fusi in un giorno di novembre a Capannori, per ricomporre da frantumi e indizi il paesaggio perduto, nell'illusione che i lacerti sottratti alla terra potessero rendercelo con i colori degli affreschi di Stabia. I colori degli scavi, i colori del misterioso 'sito di Via Martiri Lunatesi', i colori che Marcello ha dato al grigio di remote immagini dall'alto, illuminano le pagine che si attendono febbrilmente, dopo averle lette dieci e più volte, per sentirne il suono, per cercare l'errore.
E poi ...
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