Scendendo ancora, trentacinque anni dopo, nella cripta di Santa Reparata, a Lucca, ora che con forza s'immagina opera diretta o indiretta dei due fratelli, vescovi prima e dopo, Giovanni e Iacopo, nomi di apostoli per schiatte longobarde, negli anni dei Franchi, 780, o 800, o poco dopo ma non troppo ... e riaffiorano le lamine d'osso esposte con passione al museo un po' nell'ombra, Villa Guinigi, e anche qui si pensa al tempo, sono dieci anni.
Mirabile lo studio di Clotilde Amante Simoni, in un volume nobile e un po' triste, pochi colori, ma c'è tutto, pettini cassette reliquiari. Tuttavia ora che le reti schizzano dall'una all'altra terra, è più facile partire da lastrine sparse nella cripta quando fu sepolta, trecento anni dopo, forse, e andare sull'Adriatico, Loreto A
prutino, e poi nelle tombe del Mantovano, e infine raggiungere la capsella di Hessigheim, terra alamanna, attraversate le Alpi alla Novalesa. Di lì no, viaggio un po' complicato, ma con la rete è facile.
C'è tutto a Loreto Aprutino, c'è tutto a Hessigheim. Secolo VII, un po' prima che la cripta venisse costruita da magistri casari che avevano visto Roma, decorata da pittori che anch'essi avevano visto Roma. Cerchi concentrici in sequenza e allacciati, come a San Frediano, la capsella gemella, cerchi con croci, cerchi che fanno croci, spezzate parallele ...
Storie di pettini e di cassette, che divennero (forse) reliquiari quando erano esse stesse reliquie.
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