La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

venerdì 1 ottobre 2021

Riportare il reliquiario nella cripta. Sogni per Santa Giustina, trent'anni dopo.




Si ritorna alla cripta di Santa Giustina, trent'anni dopo, guidati dalle pagine limpide di una studiosa che a Villa Guinigi, Lucca, è a suo agio, complete, il monumento, la storia, la badessa Erizza e il suo giallo, c'era vita e anche agitata a Lucca nel secolo XI.

E seguendo quelle pagine, si scivola sino al Fiorentini, la Quellenforschung di remota scuola, ora agevole con la rete. Non molto divertente leggerlo, un po' lunga la storia di San Silao, ma chissà, con un po' di pazienza cosa svela ... però rammenta come era la capsella-reliquiario della Santa, poche righe oltre il ritmico epigramma, «di diverse sacre Imagini, e del martirio di S. Giustina adornata». Quanto basta per partire sulla rete, arrivare a Milano, ritrovare diverse sacre immagini, e il martirio di Santa Giustina nel reliquiario già Trivulzio.

E quando girovagando nelle fitte note di studiosa accorta s'arriva alla memoria che dicevasi venir da Lucca la cassetta, si vola a prenderla, rifatta, per riportarla sul sostegno murato della cripta vista trent'anni fa.

Ora è completa la cripta voluta da Erizza, secondo la moda che tanto piaceva al vescovo Giovanni (da Besate). Cose di Longobardia, sulla via di Roma. 

Al sogno poco basta, e meno ancora all'archeologo un poco stanco, per far squillar l'argento e le sue storie su denudate pietre (e un po' di mattoni).


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