Pezzo su pezzo per far storie dalla terra degli anni pieni di storie su monumenti e libri, archeologia ancillare ma curiosa per l'antico risalitor di valli tra Era e Egola, le discariche delle mezzadrili dismesse dimore che ora si ricompongono nei limpidi sacchetti e nelle gialle cassette e negl'infiniti numeri di ussssssssss che le dottrine della terra impongono ai giovani documentatori di strati. Vent'anni e più di scavi, per storie di piatti a Lucca, la Repubblica, Elisa, il Duca un po' pazzo ma forse no, corse di cavalli nuove piazze e case del boia.
Già ammirato, rispunta dal solido plastico contenitore il soldo dell'imperatore e re d'Italia, corona ferrea, M di zecca, l'altra faccia un po' livida, ma non tanto da celare la macumba al napoleonico volto imperiale, guance naso fronte e occhio. Non è un caso, non può essere un caso 1811 pare o qualche altro anno, guerre di Spagna e di Russia e di Germania e quant'altro, prima di perdere il soldo nelle terre del San Francesco divenuto ricetto d'infelici, chissà se più amati dalla Principessa Elisa di quanto li amassero o fossero amati dagli eredi del santo delle stigmate, sette segni come i dolori della Madonna.
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