La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico
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mercoledì 9 maggio 2012
Ritrovarsi sulla Laguna Perduta (Fonteblanda venticinque anni dopo)
Ritrovare le proprie immagini venticinque anni dopo o quasi, memorie di quando non esisteva il digitale, la cartografia scaricabile, il GPS; a occhio, con schizzi da riversare poi sulle prime, mitiche Carte Tecniche della Regione Toscana.
È faticosa la via del .ppt, quando tutto non è nativo digitale, diapositive vetuste come la storia di un archeologo di frontiera, che salutava il mare dalle alture che (vaneggiando ma non troppo) condivideva con i guerrieri di Telamon, naviganti e pirati, perché da qualche parte i pirati tirreni dovevano pur approdare, per poi andare – come sarà dei Cavalieri di Santo Stefano e dei loro sodali di mare e di corsa, i Cavalieri di Malta – all'imboscata di Rodi, dove chi va da Alessandria all'Egeo deve pur passare.
I Tirreni di Talamone come il Cavaliere di Temericourt, chissà, o come l'Inghirami che portava al Granduca prede per scambi e per le fortune di Livorno. Sono vaneggiamenti, direbbe l'etruscologo raffinato, ma forse no. Ma anche sì, ma chissà ...
E poi anni e anni, per trasformare lo schizzo su carta intestata (che non si riproduce perché con la burocrazia non si sa mai), in ordito di plateia, stenopoi, ambitus, edifici rigorosamente fondati sull'isomoiria, insediamenti di fondazione per gli Etruschi (ma anche i Fenici del Mare di Qua e gli Elleni) che andirivenivano nel Tirreno, prima di venire a battaglia ad Alalia, nel Mare Sardo, negli anni dei buccheri e delle coppe ioniche. E le anfore e il vino, e le vie delle spugne di ferro di Diodoro, e il mare che guarda il Giglio e poi si perde, e poi – ci mostra la dotta archeozoologa – le gioie della scottiglia di Maremma, suovetaurilia laica, e dell'insalata di mare, con il cuore spinoso o acanthocardio che sia a rallegrare il pasto asperso del vino dell'Albegna e di qualche altra parte dell'Etruria, e nelle feste dell'Egeo.
E tutto per l'Amico Museo, amico di Nonsisacchì, ma soprattutto perché Fanciulle Archeologhe che sulla Laguna di Mezzo, dove la Polveriera è bagnata dalle Acque che sfiorano le mura poligonali di Orbetello, custodiscono le memorie delle altre Due Lagune, Vestali del Sapere dei Segni della Terra, possano tenere accesa fino al giorno di poi la tenue fiamma della passione.
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