Segni dell'Auser
I sogni di un archeologo (Giulio Ciampoltrini)
La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico
Informazioni personali
sabato 1 novembre 2025
Ritorno al ponte del Botronchio, dopo aver raggiunto la Gallia ...
lunedì 6 ottobre 2025
Nicepor a Viareggio. Decifrando (o sognando di decifrare ...) il bollo in planta pedis del dolio a Viareggio
E poi amica e antica collega, Emanuela Paribeni, un giorno di una primavera incipiente, cupa, regala splendide immagini del bollo, con il colore e il calore del sole che le esalta ...
... e un giorno d'autunno, dal freddo sapore d'inverno, si guarda e riguarda, ma sì, a linea 2 era ovvio
N I C E P O R S
Certo N e I richiedono impegno e fantasia, ma il resto fila, e Nicepor, servus di Q. Acerratius, produttore di dolia a Minturno, terra dei dolia migliori, è perfetto, è lui, e a linea 3, infine, almeno
F E C
è chiaro!
Bello sarebbe se a che a linea 1 squillasse Acerratius. o qualcosa del genere, come si era immaginato. Ma veramente uno sforzo è riconoscerlo in conclusione,
S P M A C E R
veramente astruso. Nelle lettere si annida il gentilizio del dominus, ma troppi rovelli resrano.
Sì, la sfida continua, finché si respira si può sognare ...
E si ritorna ancora più indietro, quindici anni e oltre, quando Pamela mostrò il bollo del dolium elbano, e allora chissà, subito apparve dopo lo squillante nome del servus Alexander, il dominus
V M I D
un po' rotto. E ora che la rete mette tutto a disposizione, esalta, e poi anche un po' deprime, ebbenesì, Umidius va bene, gens se non di Minturno dei dintorni, implicata nell'armamento navale, come illustra il maestro, Piero Gianfrotta, nell'ancora da Molara, a Sassari, divinamente letta. Si assomigliano anche un po', nella stesura, i caratteri impressi nell'argilla del dolio e quelli rilevati nel piombo...
Genti di Minturno e dintorni, anni di Augusto e dintorni, traffici di vino per mare.
Quanti anni a rimuginare sui dolia, il Portus Cosanus, il Giglio, e poi via, verso la Gallia. Il mare dei dolia, quello intorno all'Argentario ...
Per un momento, tornando a quei giorni, si può dimenticare il resto ...
lunedì 1 settembre 2025
Ritorno ai cippi della Valdera (e del Valdarno), cinquanta anni dopo ...in neerlandese
Non si sfugge al ricordo, il passato incombe e si ritrova anche curioseggiando fra le ottocentesche anticaglie che han trovato casa a Leida. Utili schede, sapore dell'archeologia romantica e neoclassica, certo sempre la mancanza del contesto soffoca l'archeologo ben abituato ...
Ma si sussulta quando appare, come cinquant'anni fa dalle chiese di Valdera o dalle pagine del Mariti, un acheruntico cippo, classe allora assai oscura, oggi iper-illuminata da innumeri trovamenti, forse anche troppo, un po' frastornanti.
Ma questo di Leida, arrivato nei Paesi Bassi passando da Arezzo, dice la scheda neerlandese, ha un sapore diverso, chissà da dove viene, forse dalle terre di confine dei cippi, dove Fiesole toccava Arezzo, coì come i suoi cugini dalle terre dove Volterra sfiorava Roselle o Siena, Montalcino, Pari ...
E per un attimo riappaiono don Mannari, divagando per Montacchita, frustrata ricerca poi illuminata tanti anni dopo, e le chiese di Montefoscoli. Un attimo, un bagliore che ha navigato nel tempo.
giovedì 14 agosto 2025
Settantasette
Settantasette, da quel sorriso delicato e remoto. Alle spalle sì anni tremendi, davanti storie da costruire insieme, certo un percorso non facile. Ma si poteva fare, e lo faceste, tanti anni insieme, tanti divisi da una lastra di pietra, ora infine di nuovo insieme, guardando i nuovi arrivati, nel cimitero di Castelfranco. Salutandoli, di certo.
Agosto del '48, vigilia della festa dell'Assunta.
E giacché senza di voi, senza la vostra attesa del futuro, i Segni dell'Auser non esisterebbero, perché non salutarvi da questa pagina, sempre più stanca, sempre più fuori luogo. Ma il vostro sorriso delicato e remoto, sorriso del '48, per qualche attimo può far dimenticare tutto.
lunedì 14 luglio 2025
I fiori di Vroulia, per ritrovare i tramonti di Fonteblanda
martedì 24 giugno 2025
Cinquanta anni
Non era calda come queste del nuovo millennio, la mattina di cinquanta anni fa, a Pisa, Via Santa Maria (pare ...). Una cosa rapida, niente corone, gli anni di piombo non le prevedevano, anzi, neppure le immaginavano, discussione rapida, qualcosa si aveva pur da dire, ma con la media del trenta e lode e solo un infortunio a latino scritto (ventinove), non c'era da mettere in discussione l'esito. A dire il vero il correlatore non sembrava entusiasta, ma è naturale, per l'ultimo o penultimo allievo del suo maestro ufficiale il giovane leone doveva mostrare i denti all'antico leone. Paolo Enrico Arias e Salvatore Settis, al secolo.
Eppure, vista cinquanta anni dopo, la fuga tra immagini create tagliando cucendo interpolando inventando per figurare le storie di Medea a Corinto non era così spregevole, se qualcuno al Louvre la apprezzò, un po' di anni dopo, nel minimo contributo per il grande maestro, per la storia di una singolare Creusa che forse non era Creusa. Chissà chi era ...
E finito il rapido dialogo, via, formalità sbrigata. C'era la vita da navigare, anno 1975, e certo il maestro fu fondamentale, per i suoi insegnamenti profondi, per navigare nella Scuola Normale, sussidio potente.
Sì, indimenticabile, di certo non avrebbe apprezzato la fuorviante passione per la terra natia, ma era tollerante, dall'alto della sua storia.
E ora, una dietro l'altra, ritornano le immagini di Medea, sulla ceramica italiota, sul folgorante pezzo etrusco allora ignoto, apparso ad Orbetello, sulla cruenta Maenas dei sarcofagi. Storie remote, impolverate. Ma basta un soffio per farle rivivere.
giovedì 5 giugno 2025
Salutando le Apuane. E Adriano (Maggiani), che se ne è andato ...
Si vedono le Apuane, da San Miniato al Monte, dove hai voluto che la terra ti accogliesse, e si immaginano, quando il sole di Firenze abbaglia.
Non è il lato tuo, quello di Levigliani e della Versilia, ma va bene ugualmente, per essere sepolti sulla collina che vede tutta Firenze, e molto in là, verso i monti. Quelli che esplorasti tanti anni fa, seguendo il filo delle ceramiche dipinte, seguendo il filo delle fibule apuane, opera magistrale di ricomposizione di una cultura. E certo senza di te sarebbe stato più complicato orientarsi negli strati del Monte Pisone, che venisti a vedere, anno 1983, curioso allora di conoscere come negli ultimi giorni. Porsi problemi, cercarli, risolverli. E anche discuterne, fossero questioni di iscrizioni che solo tu sapevi decifrare, o di sistemi ponderali.
Sempre curioso, il vero motore della conoscenza. Anche del mitico monumento fallico della Valle di Ricavo, con le sue lettere incise. Un enigma che non avevi ancora risolto, ma prima o poi lo avresti fatto, di certo ... ma la solidità degli argomenti era essenziale, senza compromessi con l'approssimazione.
E per salutarti, che cosa meglio dell'olla ligure con decorazione a fasce, e una bella linea ondulata, incontrata da te nell'archivio della Soprintendenza, frequentato quando si poteva non meno della biblioteca. Visitata fino a quattro giorni prima che il libro dei tuoi giorni si chiudesse.
E ricordando i molti giorni, di quaranta e più anni fa, in cui ne parlavamo ...












