La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

sabato 19 luglio 2014

La tomba dell'esattore (divagazioni archeoepigrafiche fra San Francesco e Sercambi)


Anni, non molti, per ripassar davanti alla lapide dissepolta dal pavimento ottocentesco, nel fresco chiostro del rinnovato San Francesco, molte vite, lungo calpestio, riuso per le casse degli anni Cinquanta dell'Ottocento, fra i Lorena e i primi dei Savoia, e poi scomparsa, dissepolta per grazie femminili, lustrata, ghirigori e stemma in commesso lapideo.
Ci vuole un po' per decifrare fra linee floreali tondi e grazie infinite, trionfo del serif gotico, un nome oscuro, Nisterna; non molto per domandare a Google, sezione libri, e scoprire, fra un documento dell'Archivio di Stato, registri guinigiani, qualcosa della Repubblica, e fasti di Todi, le cronache e la fantasia del Sercambi, per il Nisterna in giro verso Ferrara, fintosenese ché il Sercambi di certo tutto sapeva dei Nisterna, non molto, ma quel che basta per capire che la lapide infinitamente consunta se non nel magico rigo che salva il nome, e nello spessore dell'arme della schiatta tudertina, è quella che Nisterna da Todi volle per la sua tomba, nel San Francesco del suo ultimo signore, Paolo Guinigi.
La tomba dell'esattore delle tasse, del Comune e di Paolo, Equitalia di sei secoli fa.

mercoledì 2 luglio 2014

Mura torri baluardi. Viaggiare per Lucca fra Cinquecento e Seicento



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Mura, torri, baluardi.

Lucca fra Cinquecento e Seicento: un itinerario archeologico



Lucca, Auditorium Cappella Guinigi 4 luglio 2014 ore 17



L’attività di restauro e recupero funzionale condotta nel 2013 nel complesso del Baluardo San Salvatore – tra il Bastardo, la “Casa del Boia”, il “Canile” – si è trasformata in un’occasione di nuove indagini archeologiche sul complesso delle mura di Lucca, contemperando puntualità e accuratezza nella registrazione dei contesti con l’efficienza di un cantiere che ha permesso di completare in meno di un anno i lavori. Grazie alla consueta disponibilità della Fondazione Cassa di Rispamio di Lucca, inoltre, è stato possibile non solo documentare saggi e scavi funzionali ai restauri o alla messa in opera di servizi, ma anche procedere all’esplorazione archeologica pressoché integrale dell’area del torrione cinquecentesco (il “Bastardo”).

Confermando l’evidenza documentaria, lo scavo ha portato il luce integralmente la torre delle mura del tardo Trecento intorno alla quale fu costruito il torrione del Bastardo, ai primi del Cinquecento. L’impegno profuso da Lucca, dopo la liberazione dal dominio pisano, negli ultimi decenni del XIV secolo, nel consolidare il circuito murario che tutelava i borghi cresciuti a oriente della città è ora testimoniato dalla concreta evidenza di una torre, esemplata – per tipologia e dimensioni – su quelle che punteggiano le mura trecentesche di Firenze, e dalle fasi di cantiere riconosciute incrociando la lettura degli elevati e i dati stratigrafici. I materiali del tardo XV secolo finiti nel fossato che ne lambiva l’esterno restituiscono un paesaggio di mura e fossi che è coerente con quello proposto dalle fonti iconografiche.

La costruzione del Bastardo, ai primi del Cinquecento, comportò un nuovo assetto idraulico dell’area, che ha trovato un inatteso documento nella cloaca laterizia nella quale vennero incanalate le acque dei fossati che scorrevano all’interno della città.

Infine, le complesse vicende dell’area dopo l’inglobamento del torrione nel Baluardo San Salvatore possono essere seguite non solo nella ricca evidenza documentaria, ma anche nel dato archeologico, fino alla discarica di ceramiche del primo Ottocento finite nella volta della “Casa del Maestro di Giustizia” – correntemente denominata “Casa del Boia”

È parso opportuno presentare i risultati dei lavori nel Baluardo San Salvatore in contrappunto con quelli che i saggi nel Piazzale Verdi fornivano nell’inverno 2014, completando un percorso di ricerche sul tratto occidentale delle mura medievali iniziato con i lavori del 2007.

L’incontro si conclude con un viaggio – ricostruito sulle testimonianze archeologiche raccolte in decenni di scavi – negli “interni” e negli “esterni” degli edifici costruiti nell’area resa urbana dalla costruzione delle mura rinascimentali. La quotidianità di Lucca fra Cinquecento e Seicento, nella mensa e nella cucina, traspare nei livelli di consumo che oscillano da eccezionali acquisizioni dai traffici mediterranei – come un boccaletto delle manifatture ottomane di Iznik – sino alla serialità delle produzioni toscane del tardo Rinascimento.

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