Le Panie riflesse nel lago un po' asciutto, 1985, lo scavo di Piari, gli Etruschi che poi Paolo vide intenti a distillar pece in un trionfo di colori del fuoco, i Due Castelli e il Castello perduto fra loro, le bianche casette dell'esodo.
Immagine archeologica, luci squillanti di diapositive esaltate dagli anni, metalliche, o marmoree, come le vene che increspano di mille colori e di vita pulsante il marmo di Vagli, per narrare di Fanciulle e di Unicorni, di Etruschi avventurosi e fabbri medievali, di signorotti di terre e di pastori sepolti con lor fibbie, dopo aver sentito anche ai piedi delle Apuane il suono del Rinascimento.
La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico
Informazioni personali
lunedì 19 agosto 2013
venerdì 16 agosto 2013
L'Unicorno nella vigna di Vagli (e gli anni del Ferro Apuano)
Storie di una valle immersa nelle Apuane, raccontate dalla terra prima e dopo che l'ottobre del 2008 e fatiche piccole e innumeri le illuminassero nel segno della Fanciulla di Vagli.
Con Paolo dopo che con Silvio i minimi resti di orcioli e olle divengono testimoni degli anni di chiese e Longobardi di Garfagnana, si percorrono all'inverso le vie del ferro dei Secoli di Ferro, scaglie di ematite estratte o raccolte sulle Panie e trasformate sulla riva del Fiumicello che divenne Edron o sui ripiani dove sorse il castello di Roggio.
I Secoli Bui e gli Anni di Ferro, quando Vagli era Vallis, la Valle per eccellenza, si rischiarano del marmo apuano, quando l'amico barista dischiude le porte della limpida chiesa a mezza costa, che oggi è di Sant'Agostino, meravigliosa creatura romanica forse anche per opera del rifacitore del secolo andato.
L'Unicorno visto a Lucca e a Orbetello, segno misterioso e facile dell'Alto Medioevo, appare sul capitello che il cubo dichiara degli anni degli Ottoni o un po' dopo, anche gli Enrichi, lo stile anche, curve morbide e code tortuose, ma il segno è memoria dei modi degli anni che la Garfagnana pullulava delle nuove chiese e del fervore dei Longobardi di Liutprando e dintorni.
Il cristologico Unicorno che divaga nella vigna, il Leone che altrove lo affronta qui distinto, storia di un altro capitello, fuso in geometrie raggiunte da una coda interminabile che chissà cosa narravano negli anni del Ferro Apuano ai cercatori di metalli che vagavan per le Panie i castagni i pascoli gli orti.
martedì 13 agosto 2013
Il maestro degli Agri Divisi (per Emilio Gabba, il Giorno del Saluto)
Un pomeriggio d'agosto, Orentano, La Nazione, i necrologi, e poi le pagine di Pisa, il saluto degli allievi, anch'essi poi maestri, e l'ultimo saluto, a Pavia, per l'antico professore, Emilio Gabba. Pomeriggi d'autunno e d'inverno, e con il primo sole di primavera ad indorare anni plumbei, giorni del '72 e del '73 e del '74, lezioni limpide su temi affrontati per gli allievi, Omero, con i letterati, e ore intense e lucide sull'Italia vista da Plinio, le centuriazioni, le trasformazioni urbane, le testimonianze della terra e quelle incise sulla pietra o sul bronzo, i gromatici e gli storici e non solo.
E poi, in altre epoche, di nuovo per qualche pagina su Athenaeum, di territori, di uomini in carriera, di iscrizioni, polemiche roventi con professori e soprattutto -esse, per Titinius Glaucus Lucretianus e la sua carriera all'ombra degli Scribonii, fra Luni e la Germania, e il thesaurus di Luni.
E dopo trent'anni da quelle ore, dalla fatica immane di amici ora affranti da anni ancor più severi, nel fervore devastante dell'estate 2003, ecco il Tosso, fattoria perfetta in un agro centuriato che fu perfetto e ora non lo è più, e Lucius Memmius, praefectus Lucae, ad agros dividundos, per i reduci di Filippi o di Azio, del sangue civile. Gli agri divisi di Lucca, iscrizioni, 'topografia' (come l'accademia la volle chiamare e ora chissà come si chiama), storie di centurioni legionari senatori uomini e terre.
Forse mai citato in quelle pagine Emilio Gabba, sempre presente con le ore illuminanti di quei pomeriggi pisani.
lunedì 12 agosto 2013
La Fanciulla di Vagli (il Prima e il Poi)
Mentre prosegue con successo di
pubblico la mostra La Fanciulla di Vagli. Una sepoltura ligure-apuana in
località La Murata, che rimarrà aperta anche nel giorno di Ferragosto nel
Palazzo Domenico Marco Verdigi di Via Vandelli, a Vagli Sopra, prende avvio un
ciclo di incontri con il pubblico mirati a presentare il contesto di indagini
archeologiche nel territorio comunale di Vagli Sotto e della Garfagnana che ha
consentito di valutare adeguatamente l’eccezionale ritrovamento della sepoltura
ligure-apuana della Murata di Vagli Sopra, la tomba della “Fanciulla di Vagli”.
Il 24 agosto, alle ore 17, nello
stesso Palazzo Domenico Marco Verdigi, Giulio Ciampoltrini, Paolo Notini,
Silvio Fioravanti incontreranno il pubblico passando in rassegna i più
rilevanti aspetti dell’indagine archeologica nel territorio di Vagli: Prima e
dopo la Fanciulla. Archeologia nel territorio di Vagli.
Dallo scavo dell’insediamento di
Piari, oggi sepolto dalle acque del lago, condotto nell’estate del 1985, che
consentì di valutare nell’evidenza delle stratificazioni archeologiche la struttura
di un abitato etrusco del VI secolo a.C. dedito alla distillazione della pece
dalle conifere apuane, parte la lunga storia di un rapporto fra uomo e ambiente
che trova nella consistenza del tessuto demografico ligure-apuano in questa
valle, fra IV e inizi del II secolo a.C., altre scansioni, fino a giungere alle
acquisizioni di una ricerca ancora in atto sulla rete di aree metallurgiche
altomedievali, in cui avveniva la prima trasformazione dell’ematite apuana. Le
ricognizioni condotte nella stessa area di Vagli Sotto e nella frazione di
Roggio, grazie all’associazione di minerale grezzo e semilavorato con ceramiche
riferibili all’VIII-IX secolo, integrano la documentazione dell’Archivio
Diocesano di Lucca presentando una struttura insediativa particolarmente
articolata, che prospetta anche per la Garfagnana l’integrazione fra attività
agricole, silvopastorali ed estrattivo-metallurgiche conosciuta in altre aree
montane dell’Alto Medioevo italiano.
Infine, i ritrovamenti nell’area
sepolcrale della chiesa di Sant’Agostino propongono affascinanti temi di
ricerca sull’incastellamento del Basso Medioevo e sull’adeguamento della
società locale ai modelli culturali irradiati dalla corte estense, dopo il
passaggio dell’Alta Valle del Serchio al Marchesato di Ferrara.
A settembre seguirà un incontro –
in data da definire – sul tema Archeologia di una guerra. La tomba della
“Fanciulla di Vagli” e le evidenze archeologiche del conflitto tra Romani e
Liguri-Apuani.
sabato 3 agosto 2013
La Fanciulla a Vagli (il Giorno del Ritorno)
Si compiace Paolo delle fatiche sue e di Silvio, e del gesto bello del signor Balducci, compiuto infine per le sapienti mani delle antropologhe che con gesti lievi disegnano di ossa combuste il profilo della Fanciulla, nel sole di Vagli, un giorno d'agosto.
Una comunità che ritrova storie sue, remote, mentre le Apuane tracciano le prime ombre della sera, e i ringraziamenti sono d'obbligo, per Moreno che trovò la cassetta, per Rita che ha esaltato i colori del metallo e rigenerato la forma dei vasi, per Simona che ha dato la freschezza dei loro anni a ossa bruciacchiate, e con Jasmine ce le dispone per i pensieri più vari, per Rodolfo che fece le teche e Consuelo che narra per immagini le fatiche degli archeologi, per il Comune che sempre si diede da fare con la signora Fondazione, e il dottor Bianchini amico di tempi remotissimi, di quando Paolo con Carlo trovava i microsegni dei Mesolitici sui prati che conoscono solo l'ombra delle nuvole.
E se la stampa tace, troppo impegnata a seguire i Segni del Male, gli amici della Fanciulla, nel sole d'agosto bianco delle Apuane di Vagli, appena venato dell'oro del Calacatta, come si suol dire, se ne faranno una ragione.
Iscriviti a:
Post (Atom)