La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

giovedì 5 giugno 2025

Salutando le Apuane. E Adriano (Maggiani), che se ne è andato ...


Si vedono le Apuane, da San Miniato al Monte, dove hai voluto che la terra ti accogliesse, e si immaginano, quando il sole di Firenze abbaglia.

Non è il lato tuo, quello di Levigliani e della Versilia, ma va bene ugualmente, per essere sepolti sulla collina che vede tutta Firenze, e molto in là, verso i monti. Quelli che esplorasti tanti anni fa, seguendo il filo delle ceramiche dipinte, seguendo il filo delle fibule apuane, opera magistrale di ricomposizione di una cultura. E certo senza di te sarebbe stato più complicato orientarsi negli strati del Monte Pisone, che venisti a vedere, anno 1983, curioso allora di conoscere come negli ultimi giorni. Porsi problemi, cercarli, risolverli. E anche discuterne, fossero questioni di iscrizioni che solo tu sapevi decifrare, o di sistemi ponderali.

Sempre curioso, il vero motore della conoscenza. Anche del mitico monumento fallico della Valle di Ricavo, con le sue lettere incise. Un enigma che non avevi ancora risolto, ma prima o poi lo avresti fatto, di certo ... ma la solidità degli argomenti era essenziale, senza compromessi con l'approssimazione.

E per salutarti, che cosa meglio dell'olla ligure con decorazione a fasce, e una bella linea ondulata, incontrata da te nell'archivio della Soprintendenza, frequentato quando si poteva non meno della biblioteca. Visitata fino a quattro giorni prima che il libro dei tuoi giorni si chiudesse.

Ora che sappiamo tutto dell'Ispettore onorario che era anche egregio pittore, e il suo schizzo era anche di preparazione a una natura morta

E ricordando i molti giorni, di quaranta e più anni fa, in cui ne parlavamo ...


sabato 17 maggio 2025

Viaggiare nella Toscana del IV secolo d.C., dopo tanti anni ...


 Dalla Premessa degli autori ...

Le radici nel passato spesso si irrobustiscono con il correre del tempo, soprattutto se si sono formate in momenti positivi, creativi, e riescono a indurre nuove fioriture, talora inattese. Piena di creatività fu, per gli autori di queste pagine, la primavera del 1981, quando iniziò la comune avventura nella Soprintendenza Archeologica della Toscana, fondendo presto vicende professionali e personali.

Anche quando la storia nella Soprintendenza si è conclusa – con la fine della Soprintendenza stessa, fra 2016 e 2017 – si è continuato a percorrere vie della ricerca intraviste in quei tempi, tracciate dalla pratica della tutela, ma anche dal legame che non è improprio definire affettivo con il territorio di cui si curava il patrimonio archeologico. Fra queste, alcune percorrevano la Tarda Antichità, tema allora di grande interesse.

Il censimento del patrimonio archeologico subacqueo delle isole del Giglio e di Giannutri, e dell’Argentario, iniziato proprio nel 1981, con il recupero dei dati su relitti e complessi tardoantichi (in primo luogo quello delle Scole, presso Giglio Porto), e culminato con lo scavo del relitto dei primi del III secolo d.C. a Giglio Porto, l’esplorazione delle stratificazioni tardoantiche della villa del Saraceno, ancora a Giglio Porto, in attività di tutela che si trasformarono subito in occasione di conoscenza, aprivano prospettive che era inevitabile finissero per integrarsi con quelle delineate dai contesti del IV e V secolo d.C. emersi, pochi anni dopo, nelle attività di restauro alla Tagliata di Ansedonia. Nello spirito di quei tempi, che imponevano attente riflessioni, e con le difficoltà della ricerca, occorreva qualche anno per dar conto adeguato delle acquisizioni di quella stagione, avviando un percorso sul sistema portuale dell’agro Cosano e delle isole del Giglio e di Giannutri che è si è intrecciato poi con lo studio dei contesti medioimperiali e tardoantichi di Lucca e del territorio, ugualmente indotto dall’attività di tutela.

Dopo anni in cui altri erano stati i temi della ricerca condivisi (le pavimentazioni musive d’età romana, in primo luogo), un evento non singolare nella vita delle Soprintendenze del tempo che fu – una scoperta negli archivi – ha dato l’occasione per ritornare a riflettere insieme sulla Toscana nella Tarda Antichità, sulla quale i dati archeologici e le discussioni di metodo si sono accumulati in maniera impressionante, rispetto a quanto era disponibile nei primi anni Ottanta. Davanti alle fotografie ‘perdute’ e ritrovate degli scavi di Bice Vaccarino Foresto a Giannutri, escluse dalla pubblicazione del 1935, emerse dal riordinamento degli archivi, viste con l’esperienza di chi aveva avuto a Gortina le lezioni di Antonino Di Vita sui terremoti, e in particolare sul terremoto del 365 d.C., i lavori alle terme dette ‘di Arzygius’ a Roselle, datati agli anni immediatamente successivi, apparvero sotto nuova luce.

Una luce che si poteva seguire in un rapido itinerario nella Toscana del IV secolo d.C., integrando nel dato epigrafico quello archeologico.

Con l’entusiasmo e lo spirito dei primi anni Ottanta si è voluto percorrerlo.


Paola e Giulio

martedì 8 aprile 2025

Del corretto uso della situla, o secchiello che dir si voglia. Tyro al pozzo, e poi al bagno, ritrovando antiche pagine, un po' in ombra



Quanti anni, e si ritrovano le pagine per le antiche ricerche sulla necropoli ellenistica di Talamone, gli scavi Vivarelli, i traffici e la munificenza dello Strozzi, e il momento in cui Anna (Wentkowska) portò la scheda della situla e una sgranata fotografia, appena giunta dalla Polonia, era sempre stata lì, nel Museo di Cracovia, collezione Czartorysky, dove sempre era stata. Un po' malconcia, chissà perché le storie che racconta, così fascinose per dotti e dotte, non l'hanno resa celebre anche in fotografia ...

La storia di Tyro al pozzo, situla narrante, anche se la Pairault Massa non è d'accordo, e s'avventura in altri sogni. Ma si sa, il dotto deve essere capace anche di questi ...

E per sapere l'uso successivo della situla, occorre andare a Vulci, passando per Berlino, specchio radioso di bellezza etrusca. Sarà una tirrena Tyro che dopo aver attinto l'acqua, e il fortunato incontro, si dà ai lavacri del rito e a ciò che ne consegue, chissà...

giovedì 6 marzo 2025

Seguendo marmi dipinti ... da Lucca a Naxos.

 





Dipingere il marmo, passione duratura, ma un po' di più nel secolo VIII o nel IX, iniziale, e l'ombra del pittore lucchese, poi alla corte del re Astolfo, Auripert, benignato (o pagato?) con terre e con poderi dalla cassa fiscale, si allunga, chissà quanti anni dopo, sulla cripta di Santa Reparata,  O qualche anno prima, sarebbe bello seguire Guido Tigler nella sua cronologia precoce.
Ma si continua a temere che a Santa Reparata si imitassero a colpi di pennello i marmi che il vescovo, cercandoli chissadove, aveva trovato per rivestire la cripta per San Regolo, alla romana.
È comodo seguire il professor Scirea per marmi dipnti nella Longobardia, di giù e di su, ma è più fascinoso imbarcarsi su qualche nave bizantina, si sa che arrivavano a Pisa, per salvare Adelchi, e arrivare al monumento più fascinoso dell'era iconoclasta, Agia Kyriaki, isola di Nasso, o Naxos, fa più romano d'Oriente.
Con un po' d'impegno, ma non troppo, si riesce a farsi regalare dalla rete immagini non solo dell'abside coperta di croci e di famiglie di volatili, ma anche delle navate, e più in là ... e vedere il pennello bizantino che vibra di linee ondulate, in rosso e in blu, per pannelli che celebrano l'unità del Mediterraneo imperiale. Pennello un po' rustico, ma forse per questo ancor più fascinoso quello del pittore cicladico ... 

martedì 11 febbraio 2025

Terme neoclassiche, per consoli e principi


Sono tornate di gran moda le terme in Toscana, e l'archeologo antiquario, o forse antiquofilo, ritrova memorie un po' neglette, superando i confini del Granducato e dello Stato di Siena, arrivando nelle terre dei Papi, seguendo i disegni dell'architetto francese, Ensemble de dessins de Toscane, 1823-1825, Abel Blouet. Generosità dell'INHA, anche se a risoluzione non eccelsa.

Arriva a Musignano, terre del Principe di Canino, il fratello diverso dell'imperatore. i suoi primi scavi, quando le vide, di prima o seconda mano, il Blouet, erano passati quindici anni e ancora la selva non aveva ritrovato i suoi diritti. Sfavillano nel rosso di un disegno sottile, un po' svanito, ma è sempre un bel risultato, per sceneggiare la dedica ad Apollo del console di Barcellona, CIL XI, 2925, tante volte vagheggiata quando si parlava di imperatori e senatori sulle coste dell'Etruria. Lucius Minicius Natalis, specializzato in dediche a divinità iatriche, qui ad Apollo, onusto di incarichi e figlio di gran comandante.

Natatio, si direbbe, vasche di acque tiepide e bollenti, percorsi un po' comuni e un po' distinti per uomini e donne, cisterne, castella aquarum e sostruzioni, portici colonnati intravvisti appena. Tutto in un foglietto, misto ad altri cento. Manca il sacello circolare, o forse c'è, direbbe l'archeologo di Toscana che tanto ha dato per le acque salutari, quando ancora non erano di moda. 

Uno schizzo per ritrovare sapori neoclassici al profumo di passione antiquaria, le grandi terme dell'Etruria meridionale, la compostezza del console, che ad Apollo si presenta con un cursus folgorante di sintesi.

Gli uomini degli imperatori antonini, sobri e fieri, per le acque un po' perdute di terre di confine.

domenica 5 gennaio 2025

Provincia Tuscana. Viaggiare tra Longobardi e Romani dell'anno 600 (più o meno)



E dunque si è  concluso anche questo viaggio, quanti conclusi, e qualcuno ancora da fare ... si sogna. Ma gli anni s'accrescono, il corpo è segnato da tagli e beveroni, si viaggia solo davanti ad una tastiera e alle immagini accumulate, sul disco rigido e nella mente. Finché si può, una stanza può non aver pareti ...

Un viaggio in compagnia di tanti amici, dice academia.edu, ma si sa, le cifre saranno un po' gonfiate, spesso solo un'occhiata, talora distratta, talora di disprezzo. L'accademia non perdona chi non è della consorteria, ma si tira avanti ugualmente, in compagnia di tralci a cornucopia, senile fissazione di chi con questo parte da Sbeitla e in un giro di foglie arriva a Rigoli. 

Eh, sì, l'archeologo rottamato viaggia tra Longobardi, ma ama solo i Romani, l'Impero che non voleva morire e ci riuscì, con le facce viste su solidi e tremissi, Costantino IV e Tiberio III e Giustiniano II, dall'Isola del Giglio, quante storie in quel calco.

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