Medita srotolando testi, davanti alla sua villa, e poi cavalca, con il servo e il cane, fra oliveti e vigne, ove coloni e servi divengono amorini, tutto si trasfigura. Pronto per la caccia, se cinghiali o cervi s'avvicinano.
Fu sarcofago di dominus, signore di terre e di uomini, ma anche filosofo, poi a Vicopisano divenne vaso per coltivare basilico, il Targoni Tozzetti ne fece dono al nobile Rinuccini, onde fosse compagno al suo più nobile fratello che già era stato ad Empoli, nella villa delle belle colline tra Fiesole e Firenze, domini tardoantichi e del Settecento; e dai Rinuccini ai Peratoner, dice il Dütschke, ai Pelken, a una bella immagine di sbieco di chi tutelava l'antico in terra d'Etruria ai primi del Novecento, non era tanto d'accordo che volasse altrove, ma dopo il 1910 il viaggio lo porta a Berlino, e alle stampe. Chissà se e quanto secondo legge, ma non è questo il tema.
Certo tutto era cominciato a Roma, l'archeologo rottamato v'immagina i domini che nelle splendenti ville sull'Arno e sull'Ombrone accoglievano gli amici, qualche decennio dopo anche Rutilio, e poi vagheggiavano, prima d'infilzar cinghiali, che i loro miseri servi avessero le ali. I mali della filosofia, troppo in alto lo sguardo per mirare lo sfacelo celato da mosaici e sectilia.
ma curavano vigne e olivi, e anche pecore e perché no maiali. L'Urbe sempre gran mercato. Tutto nella stagione che il sole indizia il declino, come per il mondo loro, e anche il cinghiale è al meglio.
E quindi chissà, il misterioso semicerchio che poi sarebbe stato di Sant'Ippolito, ad Anniano, sono anni diciotto dallo scavo, poteva anche aver incorniciato qualcosa del genere, chissà.
E forse ad Antraccoli, sulle ghiaie ritrovate da Alessandro e dagli amici suoi, passavano uve e olive, per dare al dominus la quiete per discutere dei sommi sistemi con gli amici, ad Aiano o a Limite o a Vicopisano, sull'Arno navigato dall'anfora di Empoli.
Sogni volati da un cartone di immagini fiesolane, sapore di un secolo passato.