La città di San Frediano. Lucca fra VI e VII secolo: un itinerario archeologico

mercoledì 8 settembre 2021

Pendendo (e tintinnando?) ...



Non è facile salire al castello che è anche un po' museo, a Rosignano Marittimo, e alle luminose sale da cui s'ammirano mare e colline da cui vengono le storie narrate da oggetti e da pannelli.

Ma quando appaiono gli Etruschi di Pian dei Lupi, che si aggiungono a quelli di Castiglioncello, e s'affollano i ricordi di quarant'anni prima, cippi di Valdera e di Pisa, e poi gli Etruschi di Ponte Gini, subito si corre al triplice pendente, forse di fibula, forse tintinnante al passeggio di chi lo indossava, chissà.

Visto singolo a Ponte Gini fra le reliquie salvate da Augusto Andreotti, sempre con molti dubbi, ora almeno ne è chiara l'epoca, metà più o meno del III secolo a.C., e più si stringono – direbbe l'archeologo dei tempi andati – le affinità fra gli Etruschi del Valdarno e quelli del mare di Castiglioncello e delle aspre e dolci colline di Pian dei Lupi, con vista sul mare che i Pisani di Strabone navigavano audaci, quando combattevano i Liguri ma anche ne sposavano le figlie. Scambi merci matrimoni, da vivere anche in queste terre solatie, con le Etrusche di Volterra che qui venivano, velia carinei, armni ...

Storie narrate da un museo, il massimo che da un museo si possa attendere, con l'amicizia della direttrice ritrovata dopo tanti mai anni, e il garbo di un'archeologa che ama il suo lavoro tanto da fartelo amare, nonostante tutto.

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