E poi amica e antica collega, Emanuela Paribeni, un giorno di una primavera incipiente, cupa, regala splendide immagini del bollo, con il colore e il calore del sole che le esalta ...
... e un giorno d'autunno, dal freddo sapore d'inverno, si guarda e riguarda, ma sì, a linea 2 era ovvio
N I C E P O R S
Certo N e I richiedono impegno e fantasia, ma il resto fila, e Nicepor, servus di Q. Acerratius, produttore di dolia a Minturno, terra dei dolia migliori, è perfetto, è lui, e a linea 3, infine, almeno
F E C
è chiaro!
Bello sarebbe se a che a linea 1 squillasse Acerratius. o qualcosa del genere, come si era immaginato. Ma veramente uno sforzo è riconoscerlo in conclusione,
S P M A C E R
veramente astruso. Nelle lettere si annida il gentilizio del dominus, ma troppi rovelli resrano.
Sì, la sfida continua, finché si respira si può sognare ...
E si ritorna ancora più indietro, quindici anni e oltre, quando Pamela mostrò il bollo del dolium elbano, e allora chissà, subito apparve dopo lo squillante nome del servus Alexander, il dominus
V M I D
un po' rotto. E ora che la rete mette tutto a disposizione, esalta, e poi anche un po' deprime, ebbenesì, Umidius va bene, gens se non di Minturno dei dintorni, implicata nell'armamento navale, come illustra il maestro, Piero Gianfrotta, nell'ancora da Molara, a Sassari, divinamente letta. Si assomigliano anche un po', nella stesura, i caratteri impressi nell'argilla del dolio e quelli rilevati nel piombo...
Genti di Minturno e dintorni, anni di Augusto e dintorni, traffici di vino per mare.
Quanti anni a rimuginare sui dolia, il Portus Cosanus, il Giglio, e poi via, verso la Gallia. Il mare dei dolia, quello intorno all'Argentario ...
Per un momento, tornando a quei giorni, si può dimenticare il resto ...
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