Si parte dalle terre che furono di Lucca, con l'elmo (e che altro se non elmo, seppur con quel velo un po' oscuro che eccita all'eccellente esercizio delle professorali astuzie), ritrovamento del 1890 o un po' prima, castelli di Valdinievole e Agilulfo re, curioso sì ma non stupefacente per chi si è visto consegnare due elmi in tanti anni di storia, trovati per caso ma "confermati" e per chi sa come gli elmi rotolino, con o senza le teste.
E si arriva a Dumbarton Oaks, alla croce stupenda del Cristo Giovane, crocifisso e in gloria, «not the crucified Christ, nor the living Christ, but the eternal Christ outside of time, triumphant and bearing the marks of his passion» fascinosa esegesi, ma certo che il San Giovanni Battista (sembra) subito evoca il re in trono con i suoi guerrieri armati di lancia, e la doppia processione di chi lo celebra, volti pienotti e giovanili come quelli della corona di santi. Sbalzati nell'oro o nel bronzo dorato, figli della stessa storia di immagini.
Orefici per la devozione, o per la celebrazione, per le nobildonne dell'impero e per i re barbari e i loro devoti. Santi e re che si scambiano e sovrappongono, toreuti che vagano nelle nebbie degli anni di pioggia per dar luce con l'oro, con la fede, con il potere. La Croce e l'Elmo si intrecciano, protezione e manifestazione, l'una e l'altra, in Tempi di Croci.
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