Il laico sole dei Rucellai e dell'Alberti, un secolo e mezzo dopo (grosso modo ...) ritorna sulla francescana mensa di Lucca, nella corona in due colori di raggi nata per il Gesù IHS e per monogrammi chiari e oscuri, e che l'archeologo vide bambino nei preziosi cimeli raccolti dalla signora per eccellenza, la signora Silvia, nelle frequentazioni del giardino che fu degli Aglietti ed era stato delle monache dei Santi Iacopo e Filippo, Castelfranco di Sotto, anni infiniti, cinquanta, chissà,
pagina 43 altrimenti non si capisce proprio ...
E certo non laica memoria del Quattrocento, cui si contrappose sulla piazza, lato del sole, il
Giesù robbiano di San Bernardino, ma Fratello Sole, «messor lo frate sole, lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu
è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta
significatione».
Memoria del fondatore, pochi colori, tocco popolare, grande passione in anni di pesti e guerre anche per l'isolata Repubblica.
O così sogna l'archeologo, per l'emozione della stupefatta faccia del Fratello.
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