martedì 13 agosto 2013

Il maestro degli Agri Divisi (per Emilio Gabba, il Giorno del Saluto)


Un pomeriggio d'agosto, Orentano, La Nazione, i necrologi, e poi le pagine di Pisa, il saluto degli allievi, anch'essi poi maestri, e l'ultimo saluto, a Pavia, per l'antico professore, Emilio Gabba. Pomeriggi d'autunno e d'inverno, e con il primo sole di primavera ad indorare anni plumbei, giorni del '72 e del '73 e del '74, lezioni limpide su temi affrontati per gli allievi, Omero, con i letterati, e ore intense e lucide sull'Italia vista da Plinio, le centuriazioni, le trasformazioni urbane, le testimonianze della terra e quelle incise sulla pietra o sul bronzo, i gromatici e gli storici e non solo.
E poi, in altre epoche, di nuovo per qualche pagina su Athenaeum, di territori, di uomini in carriera, di iscrizioni, polemiche roventi con professori e soprattutto -esse, per Titinius Glaucus Lucretianus e la sua carriera all'ombra degli Scribonii, fra Luni e la Germania, e il thesaurus di Luni.
E dopo trent'anni da quelle ore, dalla fatica immane di amici ora affranti da anni ancor più severi, nel fervore devastante dell'estate 2003, ecco il Tosso, fattoria perfetta in un agro centuriato che fu perfetto e ora non lo è più, e Lucius Memmius, praefectus Lucae, ad agros dividundos, per i reduci di Filippi o di Azio, del sangue civile. Gli agri divisi di Lucca, iscrizioni, 'topografia' (come l'accademia la volle chiamare e ora chissà come si chiama), storie di centurioni legionari senatori uomini e terre.
Forse mai citato in quelle pagine Emilio Gabba, sempre presente con le ore illuminanti di quei pomeriggi pisani.

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