giovedì 15 novembre 2012
Le vie in rosso e grigio (ma anche blu e un po' di giallo)
Preziose tarsie di pietre e triti laterizi in cui s'incastonano segnali del tempo (vulgo: qualche frammento ceramico), lustrate dall'acqua o impastate d'acqua, s'inseguono sul volar degli anni le immagini delle vie di Lucca degli anni remoti di una città che cambiava volto, per il nuovo culto e le nuove aristocrazie, conosciute da qualche pavimento e due iscrizioni di regime. Anni dei Costantinidi o dei figli di Teodosio, chissà, più o meno ...
Venticinque anni o quasi separano l'alto e il basso, il pavimento cercato lungo il gran kardo della città, trovato in un miracoloso diaframma protetto dalla benevolenza della Pupporona, turgida beltà contadina e neoclassica, e l'apparizione di Via Burlamacchi, ricucitura per coprir cloache e saldare i basoli sopravvissuti del kardo degli anni di Augusto.
La palina e la lavagnetta sono effimera scansione fra emozioni che, nonostante VIA VAI e VAS, ritornano, nelle fatiche di Paolo di anni remoti, nelle fatiche di Enrico e Sara (ordine alfabetico) dei giorni che corrono.
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