giovedì 26 aprile 2012

Il Segno della Certosa (il Monte, la Croce, il Monogramma)




Si cercano i segni delle Terme di Palaia, nella terra della faglia di Usigliano; e si trovano pozzanghere sepolte segnate dal bianco informe sul verde splendente, e verde splendente che assorbe il neogotico: così finiscono i fasti dei Bagni di Chiecinella, sogno neoclassico vestito di neogotico, così si perde anche la memoria dei Bagni di Baccanella, festoso convegno di contadini malati e speranzosi, negli anni del Targioni Tozzetti.
Resta la pietra a segnare il luogo del Bagno, o quasi, e l'Archeologo memore delle lezioni di anni remoti si domanda se la Madonna di Baccanella, trasformata da marginetta rurale o poco più in decorosa chiesa provvista di portico negli anni del Caravaggio, non fosse lì ad aggiungere l'attesa della Madonna per i miracoli attesi dal buco per terra con acqua sulfurea affiorante.
Ma l'eruditissima storica e archeologa che con pazienza e passione ci diede una storia di Alica e dei Certosini di Calci che ne furono signori per secoli, libro sempre prezioso quando l'intuizione e la passione han bisogno di note a pie' di pagina, non ne parla. Daniela, amica conosciuta nei vetri di Lucca e nella fornace che generò entusiasmi giovanili per l'archeologia contemporanea, a Lucca, alla Porta di San Donato, con i vetri dell'Ottocento celebrati dal sottile strato di cenere per terra e dai colori dei rilievi geometrici della vetreria dismessa; ed ora chissà dove è e cosa fa, come tanti amici incontrati e dis-incontrati, e poi forse re-incontrati.
Daniela registra però, anno per anno, giorno per giorno, le spese e le fatiche dei Certosini per la chiesa; e la pietra riassume il tutto in un 1616 che il portico ha salvato dalla corrosione e conservato per duettare con lo stemma candido con il Monte, la Croce, il Monogramma: un bel Logo, direbbe il grafico dei giorni nostri, per la Certosa di Calci, segno del potere e del possesso, come ci dimostra Daniela con le cronache cartacee delle diatribe fra Monaci e Clero Secolare, negli anni dei Promessi Sposi, dove la Valdera risale in morbide colline verso Palaia, terre che gli Etruschi segnarono delle lor tombe e signori vari di castella e palagi.
E l'Archeologo che infinite volte ha negletto la Madonna di Baccanella, e ora la trova o ritrova cercando i Bagni di Palaia per illuminare le trine e le tarsie di pietra della Giuncaiola, affianca a colori, nei colori dell'Archeologia, la fittile arme dei Certosini che anime pie salvarono dalla terra ad Alica, anni più felici per gli appassionati dei Segni della Terra in Valdera.

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