martedì 20 marzo 2012
Porti perduti, trovati e ritrovati (a colori)
Riemergono dalle nebbie di antichi giorni i colori del porto perduto del Rio Moro, sulla Navareccia, verso l'Altopasso, a Orentano, ove oggi passano veloci veicoli ruotati, negli anni del porto perduto, con il suo ferro le ceramiche le botti le pietre che avevan pagato il dazio agli esattori dell'arcivescovo di Pisa, Bientina giorni del 1209, sostavano monossili ritrovate e credute di una preistoria che era degli anni dell'Abate di Sesto. Grigio e verde, chiazze di nero segno di storie dell'uomo, il filo dei quadrati, il colore dell'ardesia che squilla di luce ...
La pianta disegnata da Augusto e Franco e dagli altri amici, minuziosa, pali ardesia, pietre pietruzze, loro che non avevan titolo, ma erano generosi di sapere e di passione, pieni di passione e bravi, per far risorgere da un velo di terra fra un fosso e un po' di ghiaia una storia del Duecento.
E ora di nuovo, andando per diapositive scansionate alla meglio, colori metallici, segno di amori antichi per la terra e le sue storie, e andando per i documenti e i testi di Google Libri, pergamene che raccontano in duetti con pietre muri rari segni dei colori del Medioevo, si ritrovano vie perse nella terra, e gli anni di una stagione piena di lutti, piena di passioni. Con Augusto, Franco, e altri amici ...
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