lunedì 9 gennaio 2012

Le Acque e il Vino. Sogni sull'Arno



Per il sogno delle barche sull'Arno, negli anni del vino dell'uva Pariana di Pisa e della sopina del vino servito a Rachele, il Fiorentino, dei calcatoria perduti e del lacus ritrovato dalle Acque e da Sara, dove il fiume iniziava a contorcersi nell'attesa del Mare, il sogno dell'inquietante rilievo di pescatori barcaioli botti ponti merlati o porti, mausolei e capre, simboli o segni dei paesaggi ellenistici rivisti da Roma, è assai più seducente nel tratto inciso per il Foggini; delude seppur nel seppia l'immagine che un benevolo museo concede, troppo decisa per il sogno, troppo inquietante nella storia che le figure celano, degna dell'ermeneutica di altre generazioni.
Di certo opera quadrata con merli non segnava l'Arno alla Scafa, e i mausolei sul fiume, seppure ornati, prima o dopo, del rilievo che i sexviri di Florentia, i Titii liberti, vollero per celebrare le mogli filatrici, i figli fiduciosi, le vendemmie e le cacce, non erano opulenti come quelli che segnano le tappe del viaggio sul fiume. Ma la torsione del barcaiolo, la cesta e la botte, il miglior epilogo per i sogni nati dalla terra sull'Arno, nelle acque dell'ottobre 2010 e nel sole dell'estate 2011  ...


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