venerdì 16 dicembre 2011

I Venti dell'Ellade (le Composizioni Anulari di un Archeologo d'Inverno)







I Venti dell'Ellade esaltano le forme delle dee predilette dagli eredi di Fidia, i Venti dell'Ellade scandiscono gli angoli della Terra, mentre le cupole bizantine riflettono in rosso l'azzurro del cielo.
Si torna dopo anni innumeri dove l'archeologia della democrazia è nata, dove gli uomini e gli dei si confondono nel vento, misurano spazio e tempo per riconoscere le stagioni della storia e le stagioni della vita.
Composizioni Anulari che si ripetono, sul far dell'inverno che sfiora appena la terra della Torre dei Venti, e lascia intatta – come sognava Keats – l'immateriale bellezza delle dee acefale, ché dopo Treggiaia e la Giuncaiola, il cippo del Mariti illuminato da un raggio d'inverno nel Camposanto di Pisa, e i Misteri della Giuncaiola, l'Archeologo d'Inverno ritorna, per un attimo amato dai Venti della Torre, benevoli, alle pagine del libro del maestro, una per una trascritte in immagini amate dal sole.

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