lunedì 26 dicembre 2011

I colori dell'anno, l'anno della Fanciulla di Vagli





No sap chantar qui so non di
ni vers trobar qui motz no fa
ni conois de rima co·s va
si razon non enten en si.
  

Hanno tutti i colori dell'anno, i Gigli dell'Auser, nei pochi giorni che celebrano la festa di primavera, ora che inizia l'attesa, e il giorno si fa sempre più lungo: il giallo dell'estate furente e delle scodelle dei contadini di Lucca e di Pontardeto, negli anni del Nuovo Mondo e del vapore; l'azzurro del cielo d'inverno, pulito dal grecale; il colore di terra delle acque della Terra dei Quattro Fiumi, quando trovano la quiete delle pianura, d'autunno; il verde della primavera di cui son figli.
Ma questo è stato l'anno della Fanciulla di Vagli, nella Terra dell'Auser, per chi si àncora ai segni della terra, nata nel verde cupo dei castagni che fan sorgere il marmo dei monti e il chiarore delle nuvole. Vissuta di passione, per la passione di chi la salvò, la passione di chi la scavò, di chi cercò di capirne la storia, forse un po' inventandosela, ma si sa, anche i frammenti di Saffo, suono supremo di sogno, richiedono la fatica del filologo. E la passione di chi l'ha fatta vivere, per un mese e più, nel buio di una stanza che si è illuminata di tutti i colori della Terra dell'Auser.
Vive di nullaostacondizionati, timbratureconcodice, letteredincaricopermilleeuro, supplicheconcontodichilometriperandareavedereisegnidellaterra, l'archeologo con stipendio a fine mese. Ma anche dei sogni di una terra tersa nei colori del sole di maggio, o cupa di nuvole che attendono il ritorno della Fanciulla di Vagli; e per il momento si consolano con la tortile fanciulla che s'avvinghia alla Luna.

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