sabato 23 aprile 2011

Il Trionfo del Tau, nei giorni della Croce (i Due Libri di Altopascio)


Sono i giorni del Tau, questi, della crux patibularis divenuta logo stupendo di Altopascio per otto e forse nove secoli di storia, inciso, a rilievo, a colori, solo o con le armi di chi se ne faceva scudo, Capponi Grifoni Medici, ritornato infine a campire d'arancio il tondo del piatto per il pane fra le foglie, foglie dipinte e foglie vere, la sorpresa finale per chi si preparava la zuppa di magro, erbe di campo, un po' di fave, chissà, orzo e farro: zuppe di prestigio, oggi, dei miseri una volta. E grazie ad Arturo (Biondi), che ci ha salvato dagli abissi i piatti con il Tau e i piatti con gli Arlecchini, festose e colorose immagini della Toscana grassa e triste degli ultimi Medici, divisi fra le devozioni a San Pietro d'Alcantara e gli arrosti.
Ci raccontano la storia del Tau, e di chi visse alla sua ombra, amici in un volume solido di scienza e dottrina, luminoso di note e di apparati, la storia che appena un mese fa si era narrata dai segni della terra, dai muri impastati nell'argilla del suolo scelto per l'hospitale del secolo XI, di Sant'Egidio San Cristoforo Sant'Iacopo.
Uomini visti in pergamene ed iscrizioni, libri di carta e mattoni legati da malte sempre diverse ed uguali, alternati a quarziti dei Monti Pisani (ci dice Paolo), uomini riflessi nelle immagini delle prime fotografie e nei piatti finiti oltre le mura, che Arturo, maestro dei piatti antichi e presenti, ci ha salvato: ed è tutta storia, di uomini che sono anche in noi (per chi lo vuol sapere).

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