domenica 9 gennaio 2011

Segni del fiume e segni della storia



Strani uccelli vagano sulla Terra dell'Auser, astiosi, invidi, ora che le bufale sono finite ... e non vedono, pur volando, i segni del fiume, riemersi dai triboli delle meditazioni, dalle riflessioni tormentose su strati e su cocci, detersi, lavati, visti in un lato e nell'altro, per fare la storia dei paesaggi. L'archeologo vero può e deve fallare, adeguandosi ai dati, e se le ghiaie intrise nella terra e preziose per i segni dell'uomo che le ancorano alla storia rivelano, alla pazienza dell'indagine, i canali intrecciati che le hanno generate, si adegua.
E dunque braided river, direbbero i geologi anglofoni, era l'Auser – o un suo ramo – in questo lembo di piana, nel secolo in cui gli Etruschi vi attingevano acqua, o lo risalivano cercando le vie dell'Eridania che Paolo scopre nel punto in cui le vie dei passi si biforcano.
Cercando sulla rete che tanto agevola chi vuole conoscere, tanto facilita chi vuol farsi conoscere, si alternano immagini e scienza dalla Nuova Zelanda al Messico, e splende in Italia il Tagliamento, per dare il suono dell'acqua ai segni dell'uomo appena distinti nei segni del fiume, nel cuore della Terra dell'Auser, perché chi vuol conoscere le radici del presente possa mettere a frutto le fatiche estive delle archeologhe lucchesi.
E poi a Capannori quindici vetrine per venti secoli, scavi ed edizioni di villaggi dell'Età del Bronzo ed etruschi, di vie dei Romani e degli Etruschi, taverne e necropoli, piombi e bronzi e ferri e semi, affreschi, doli, vetri, ossidiana, e cocci, cocci infiniti impregnati d'argilla e di limo risorti in vasi, per essere testimoni della storia ...  e per la festa di duecento persone, curiose ed appassionate.
E il resto è noia.

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