mercoledì 4 agosto 2010
Le storie nascoste nella terra, le Mura degli Aristocratici: celebrazioni nella capitale della Terra dell'Auser
Dall'Impero non arriva più il soldo per il cavallo, nelle frontiere pur tanto vicine alla capitale, e ormai si attende l'ordine di evacuare il Norico. San Severino ha preparato il suo popolo, la soldataglia erula dei numeri dimenticati si arrangerà con qualche Retoromano disposto ad affrontare i barbari; dopo aver affrontato e subito i senatori di Roma, non sarà certo qualche truce Longobardo a spaventarlo.
Nella felice Capitale della Terra dell'Auser arrivano però – si proclama con euforia – i soldi sottratti ai cavalli della truppa (gli Eruli dei numeri si arrangino, magari lo estorcano al Retoromano) per feste e convegni, ove gli aristoi celebreranno la grande impresa dei loro avi: le mura di Lucca, bastione dell'Aristocrazia contro la Tirannide, i contadini ai lavori forzati (i Medici le chiamavano comandate) di qua e di là dalla frontiera d'acqua.
Le storie fangose narrate dalla terra, con le archeologhe spruzzate di fango tra gli occhi e nei biondi capelli, non interessano agli aristoi: narrano dei pedites del popolo del Duecento, che voleva spazio dai milites, narrano dei coloni di Roma, giunti a fondare la città-stato ai confini dell'Italia. Storie fangose, storie polverose, per gli aristoi dei genea della Capitale tra i Fiumi, storie che sanno di fango e d'acqua, troppo anche per il Tesoriere dell'Impero.
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