giovedì 12 agosto 2010
Da Caravaggio ai lazzeri di Soiana: l'altro Seicento (e Settecento)
Sono stinti anche i segni della devozione dei contadini di Soiana, schiacciati da ultimo in una fossa pietosamente esplorata, in un ardente giorno di un'estate di quattro anni fa. Devozioni rurali, pietas estrema, con le medaglie consunte anche sotto le concrezioni, il foro che trafigge la Trinità quasi come spade e pugnali, metafora delle sofferenze della Madre di Dio, metafora estrema delle sofferenze di una vita passata con le dita sul doppio segno della salvezza, la Madre e il Padre, e la croce ... o a ricordare santi delle vie di transumanza, i santi figli del Re di Scozia nella teca di San Pellegrino in Alpe, simile a tante altre teche di santi, riciclabile senza problemi; e il santo soccorritore e taumaturgo, Sant'Antonio da Padaova tanto amato in questo lembo di Valdera che vede Pisa e forse anche il mare.
Devozioni di miseri, ancora di salvezza e di speranza per chi riesce a presentarsi lindo e decoroso anche nell'immagine suprema del Caravaggio, con il segno della speranza trasmesso dal Santo Inquisitore alle plebi oranti.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.