giovedì 15 luglio 2010

Le cicogne e il ponte del decumanus (venti anni dopo)




Sono un evento, le cicogne colte in un attimo infinito, sul verde e sul cielo del quasi tramonto d'estate, all'estinguersi di giorni che propongono entusiasmi e si chiudono nel silenzio.
E venti e più anni dopo, si torna a parlare del ponte di legno del decumanus del Botronchio, e del fiume placido e incerto del Colmo dei Bicchi, la Terra dell'Auser sempre più esangue, fra fiumi e boschi, trafficata strada di legnaioli cacciatori mercanti avventurieri banditi. Entusiasmi svaporati ma sempre vivi nei venti e nondipiù amici che venti anni dopo si ritrovano, gli stessi, più o meno, per vedere un libriccino nato per sbaglio, per gli amici, più che per una scienza che fa volentieri a meno di chi non ha timbri di accademia.
Ci si consola con la fretta, nell'ardente sera d'estate a Orentano, consumando ancora il rito della Notte dell'Archeologia, sabba per vecchie streghe, decrepite, che riescono appena ad aver la forza di ricordare i giovanili furori. Oggi la quiete, appena qualche verde occhio stupito in mezzo a stanchi captatori di un sapere per pochi intimi ...
Ma le cicogne sono apparse, per un attimo, nel verde prato dell'Auser, asciugato per divenir smeraldo e poi ombra di terra. Ritornano, forse non da terre remote, le cicogne, bianche e nere, intrepide, vicino alla strada polverosa che ogni mattina prepara alle meravigliose attese della Terra dell'Auser, ogni sera ne culla la fine.

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