lunedì 10 maggio 2010
Paesaggi di castelli medievali. Riandando a Peccioli 2009
Hanno generato lustrati cocci e ricomposte brocchette, generose del giallo delle prime vetrine, le stratificazioni di tegole ripulite con geometrico fervore, portate allo stesso nitore dei cocci, scevri di qualsiasi reliquia della madre terra che per seicentocinquanta anni li aveva riscaldati.
E si può tornare sereni alle piovose ore di Peccioli, primavera del 2009, con carissimi amici, e uno che ci ha lasciati, e rivivere le duttili forme del paesaggio medievale delle colline oggi riscoperte dall'agriturismo, dopo il lungo oblio, sui crinali di Palaia, fra l'Arno e l'Era, modellate da scarichi di inutilizzabili tegole e qualche coccio, per ampliare il castello di Colleoli, per erigervi la chiesa di cui solo avanza l'abside, nelle vesti che furono degli anni del Boccaccio o dei Pisani perduti nelle guerre atroci e inutili del Trecento.
Sognare è lecito, di castelli di un confine grottesco e feroce, fra Fiorentini e Pisani, una Maginot risibile di guerre che di vero avevano comunque il sangue l'odio la brutalità della rapina. Un po' di sangue e di colore per pagine smorte, smunte come la fascinosa raggiera dalla scodella di maiolica arcaica pisana, gemella sfortunata della sorella felice ancora baciata dal sole a Usigliano, sul crinale che ci guardava, mentre la tramontana del novembre 2007 bruciava le orecchie, e quella geometrica parete con i colori della terra e del sogno iniziava una canzona dai suoni aspri, come la lingua dei Pisani del Trecento.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.