mercoledì 21 aprile 2010

Le tavole di Anna, le glorie di Volterra (nel Seicento)




Serqua infinita di colori e nomi, nelle tavole che Anna ha allestito, le glorie delle famiglie di Volterra fra Cinquecento e Seicento illustrate a Peccioli, or è quasi un anno, con amici che nel frattempo ci fanno sentire il vuoto, quando emerge dai cassetti un CD con le immagini aeree arricchite di colori degni delle imprese della famiglie di Volterra.
Son chiare le istruzioni di Anna, come limpida è la sequenza di Libri d'Oro tradotti dai vasai di Volterra e di Pomarance nel linguaggio della graffita, capace dei trionfi dei girali a fondo ribassato, o delle sciatterie cui lo stile compendiario dà agevole corso. Ma nei paesaggi dell'archeologia d'età moderna, capaci di strabilianti suggestioni quando la maiolica ligure emerge in Florida, e le graffite toscane su galeoni nelle Filippine (prima o poi ...), e desolantemente tristi quando scopri nei catasti lucchesi, a tutto volume, nome cognome e indirizzo, ciò che vedi nell'ammasso di frantumi o nello sfacelo dei muri, ritrovare, a tre anni di distanza dal breve sogni castelfranchese, sui piatti gli intrecci di storia e di intrallazzi che il corsivo cela nelle pagine dei registri di deliberazioni, è ancora un'emozione.

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