mercoledì 18 novembre 2009

La Croce di San Frediano



La lastra di San Frediano, il passo di papa Gregorio (il Grande),l'iscrizione funeraria riletta in assordante solitudine, la tradizione agiografica: quattro sottili pilastri per una storia del VI secolo, anni in cui Goti e Longobardi, Bizantini e la Peste infuriavano nella povera Terra dell'Auser, e l'Auser non avrebbe saputo dove andare, se il Santo Vescovo non l'avesse guidato con il suo rastrello, nell'attonita inerzia di una comunità cittadina priva di soldi, di uomini, di punti di riferimento, fra qualche nobilotta gota a Ravenna e comites di passaggio con una banda di disgraziati buoni solo a far ruberie (leggersi l'assedio di Lucca). Frygianus episcopus, con la croce incisa sul frammento che si sognò di aver ritrovato dall'oblio settecentesco (Lucca giacobina colpiva anche ai tempi della Repubblica, forse, e anche il clero seppelliva la sua storia?), e ora a far luce in una tormentata sala del museo lucchese cui lavora Penelope assediata dai Proci (sic), si direbbe.
Ma è il giorno di San Frediano, oggi, non del vescovo Frygianus, non venuto dall'Irlanda perché in quegli anni ancora San Colombano se ne stava a godersi il verde del Nord, e Agilulfo non bazzicava dalle parti di Bobbio. Il vescovo Frygianus, con quel nome tanto vicino al Fregione-Frizzone della campagna lucchese, il promotore dell'estremo rinnovamento di una chiesa in crisi perché le plebi rurali per far venir su il grano ed averne per vivere almeno un chicco per ogni spiga, si fidavano ancora delle remote divinità frugifere (ce lo dice il Gran Papa Gregorio), piuttosto che del Pantokrator nelle absidi delle cattderali; e dunque per evangelizzare le campagne c'era bisogno dell'efficacia di un comes con le sue soldatesche lanzichenecche, pronte a servire chi meglio pagava, il Re di Ravenna o di Pavia o l'Imperatore di Costantinopoli poco importava, come ben sapeva Ariulfo, pronto a combattere gli Avari al soldo dell'Impero, o i Bizantini al soldo di se stesso. Il comes di Lucca doveva avere ben altre gatte da pelare, per impegnarsi a cercare capanna per capanna i rustici refrattari (ahi ahi, la Vandea a parti invertite, l'oppressione dei colti 'illuminati' sui disgraziati rurali).
Ma è San Frediano, l'eroe di papa Gregorio, il segno di una Chiesa che nell'impotenza si affida al miracolo. Un Santo di grande attualità, in questi giorni. Lasciando da parte la sua croce gemmata, l'eco remoto di Ravenna, il presbyter Valerianus, che con quella croce preparava la sua carriera ...

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