domenica 16 agosto 2009

... e ritrovando sul nuovo pagine antiche: De Poveda alias Carchidio a Talamone (e non solo)

Il misterioso Abate che si fingeva il nobilotto di Talamone, Ferdinando Carchidio illustre sconosciuto che dava nome (e soldi?) all'Abate De Poveda. Storie di un negletto antiquario di un castello perduto nel distretto toscano del Regno delle Due Sicilie, fra paludi e malaria, con qualche fanciulla disponibile e sveglia, capace di solleticare il viaggiatore britannico (Dennis), quando il Granduca, cancellato questo singolare relitto del passato, tracciava la nuova strada da Grosseto a Orbetello che diveniva anche un percorso nella storia. È emozionante come passeggiare nei paesaggi del passato ritrovare su Google Libri (benemeriti, benemeriti) un faticatissimo volume dei primi dell'Ottocento, e doloroso vedere che non nella terra che lo ha generato, ma altrove (si direbbe foscolianamente) si deve cercare chi con la scansione in pdf lo rende di facile lettura, o lo ristampa. Grazie a Oxford e a Google si possono leggere le memorabili Memorie dovunque, e non arrampicandosi in polverosi scaffali di diffidenti biblioteche ... e ritrovare le ricerche di anni remoti, rileggere l'antiquario che era anche fine archeologo, forse un po' di manica larga nelle monete, ma attento e acuto ai dati che la terra concedeva a chi voleva ritrovare le Memorie dell'Antico e Moderno Talamone. Ingenui disegni, ma preziosi, tanto desiderati venticinque anni fa, oggi a un colpo di tastiera ... ma forse nella terra che De Poveda investigava altri sono oggi gli interessi ...

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