mercoledì 27 maggio 2009

Susanna, le tavole di von Schroeder, e l'Officina del Gas



Susanna è riuscita nell'impresa: la filologia wilamowitziana applicata all'archeologia dell'Ottocento dà i suoi frutti ... le arse muraglie emerse a San Concordio acquistano spessore, ritrovano paramento e volumi nelle cartografie catastali, disegnano una storia complessa di fasi che si vorrebbe popolare anche della storia degli uomini che le costruirono e progettarono, di chi smuoveva carboni e storte, sguazzava nel bitume, per dar luce alla nuova città borghese. Immagini tardo-dickensiane, dietro gli splendidi villini Liberty che incorniciano le mura. E infine, le tavole di von Schroder, scovate sul web, danno anche colori alle mura, fanno ritrovare la torre e la vasca, la sede dell'ammoniaca e delle tubature ... mentre mattoni inglesi continuano a proporre all'archeologo avvezzo alla globalizzazione dei laterizi romani il paesaggio del commercio 'globale' dell'Ottocento: Cowen, Walbottle, M T & Co., e altri che sfidano i primi colpi su Google. Von Schroder come Vitruvio, un introvabile repertorio di stampigliature ottocentesche invece del Corpus Inscriptionum Latinarum; e l'archeologia che continua ad essere storia di uomini, mura, terre, un impasto che risolleva dai tormenti dei contratti e delle beghe.
La storia sarà leggibile anche nella terra, così si tracciano nuove linee di progetti che cuciano antico ritrovato e nuovo da progettare: può darsi che esista anche il 'lieto fine', ma non occorre mai sperare troppo. Desine fata deum flecti sperare fodiendo (torniamo a Wilamowitz).

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